A febbraio 2012 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio ha segnato un aumento congiunturale dello 0,6%. Ad aumentare, rispetto al mese di gennaio, sono sia le vendite di prodotti alimentari (+0,7%) che quelli non alimentari (+0,6%). Rispetto a febbraio 2011, invece, l’indice grezzo del totale delle vendite segna un + 0,1%: le vendite di prodotti alimentari aumentano del 2,3%, quelle di prodotti non alimentari diminuiscono dell’1,0%. Nella media del trimestre dicembre-febbraio 2012 l’indice è diminuito dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. È quanto registra oggi l’Istat che rileva anche un aumento, rispetto a febbraio 2011, delle vendite della grande distribuzione e una diminuzione (-1,3%) per le imprese operanti su piccole superfici. In particolare salgono del 3,4% le vendite nei supermercati e del 2,1% quelle negli ipermercati mentre nelle imprese operanti su piccole superfici invece, si registra un calo sia per i prodotti alimentari (-0,3%), sia per quelli non alimentari (-1,6%). Nella grande distribuzione, si legge, le vendite segnano, in termini tendenziali, un aumento marcato per i prodotti alimentari (+4,0%) e molto più contenuto per quelli non alimentari (+0,3%). In aumento le vendite sia per gli esercizi non specializzati (+2,2%), sia per quelli specializzati (+0,1%). Nei primi, le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare aumentano del 2,8%, quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare aumentano dello 0,4%.
Tuttavia, il vero boom – spiega Coldiretti interpretando i dati Istat – è avvenuto per gli acquisti diretti dal produttore con una crescita record del 53 per cento rispetto allo scorso anno. Nell’arco di un anno – continua la Coldiretti – ben 9,2 milioni di consumatori hanno fatto acquisti nei mercati degli agricoltori dove si trovano esclusivamente prodotti locali del territorio messi in vendita direttamente dall’agricoltore che offrono il miglior rapporto prezzo /qualità. L’apertura delle botteghe e dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica nelle città è importante – conclude la Coldiretti – anche per contrastare lo spopolamento dei centri urbani dovuto alla chiusura dei piccoli negozi che determina un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale. 
“L’aumento delle vendite registrate a febbraio non sufficiente a invertire la tendenza fortemente negativa dei consumi delle famiglie, con la spesa crollata del 5 per cento dal 2008” afferma, invece, la Cia-Confederazione italiana agricoltori aggiungendo che “la situazione economica degli italiani resta ancora molto difficile e improntata al massimo risparmio”.
Diverso il commento di Confesercenti che punta il dito verso il dato dell’Istat che rileva un fallimento del decreto liberalizzazioni: “La liberalizzazione degli orari di apertura delle attività commerciali doveva portare a un aumento dell’occupazione e a una crescita dei consumi e del Pil, e invece aggiunge un effetto depressivo”. La Confederazione fa riferimento al trasferimento di quote di mercato dalle piccole superfici (-1,3%) alla grande distribuzione (+1,9%): un fenomeno dovuto proprio e soprattutto alle liberalizzazioni delle aperture domenicali.
“Migliaia di piccole imprese del dettaglio – aggiunge Confesercenti –  hanno chiuso i battenti in questo scorcio di 2012: oltre 3500 al mese. E quelle che sono rimaste in attività  scontano un andamento non positivo degli acquisti delle famiglie”.


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