Va giù la fiducia dei consumatori e delle imprese. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, ad aprile di quest’anno si stima che “l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisca passando da 117,5 a 117,1; anche per l’indice composito del clima di fiducia delle imprese si stima una flessione da 105,9 a 105,1”. Per il Codacons si tratta di una pessima notizia, legata anche all’incertezza politica in cui versa il Paese. Di diverso avviso l’Unione Nazionale Consumatori, che parla di dati “non così negativi” ma sottolinea l’impossibilità delle famiglie di acquistare prodotti costosi. Per Federconsumatori bisogna fermare il rischio di un aumento dell’Iva.

“Il lieve calo del clima di fiducia dei consumatori – prosegue l’Istat – è essenzialmente dovuto all’evoluzione negativa della componente personale e di quella corrente (da 109,3 a 108,0 e da 115,1 a 114,0 rispettivamente); invece, il clima economico e quello futuro mantengono una dinamica con intonazione lievemente positiva rispetto allo scorso mese (da 141,9 a 142,6 e da 121,1 a 121,3)”.

Per il Codacons il calo della fiducia rappresenta una battuta d’arresto legata anche all’incertezza politica e all’attuale assenza di un governo. Dice il presidente dell’associazione Carlo Rienzi:  “Si tratta di una preoccupante battuta d’arresto che potrebbe avere effetti negativi sui consumi delle famiglie già in fase fortemente critica. E’ di tutta evidenza che il calo della fiducia per consumatori e imprese è diretta conseguenza del clima di incertezza politica che caratterizza il nostro paese, e dell’assenza di un Governo a quasi due mesi dalle elezioni. Aspetti che influiscono sulle aspettative delle famiglie e addirittura ne modificano il comportamento economico, perché – spiega Rienzi – ad una minore fiducia sul futuro e sulla propria situazione personale corrisponde una contrazione dei consumi ed un rinvio degli acquisti a tempi migliori, con effetti negativi per l’economia nazionale”.

Il peggioramento della fiducia dei consumatori viene letto in maniera diversa dall’Unione Nazionale Consumatori. “I dati non sono così negativi. La buona notizia, infatti, è che l’incertezza politica non ha influito sulla fiducia dei consumatori, visto che migliorano sia il giudizio che l’attesa sulla situazione economica dell’Italia. Inoltre migliorano anche il giudizio e l’attesa sulla situazione economica della famiglia, ossia i valori che hanno maggiore influenza sui consumi futura – dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Preoccupa, invece, il crollo delle opportunità di acquisto di beni durevoli, che passa da -42,7 a -48,5, un indice di come sia ancora impossibile per le famiglie acquistare prodotti costosi”.

Federconsumatori a sua volta sottolinea che con questi dati si interrompe il clima positivo stimato dall’Istat nelle rilevazioni precedenti, che l’associazione valutava  “più che ottimiste”. Spiega Federconsumatori: “Ad influire su tale andamento sicuramente contribuiscono le condizioni ancora incerte in cui versa il nostro sistema economico, caratterizzato da un tasso di disoccupazione ancora elevato, una domanda interna in fase di stallo e un potere di acquisto fermo. A ciò si aggiungono i ritardi nella formazione del Governo che è chiamato a dare risposte e soluzioni a questo andamento. A peggiorare ulteriormente tale situazione si inserisce la minaccia degli aumenti dell’IVA. Se non si riuscirà a sterilizzare le clausole di salvaguardia, tali incrementi avverranno in diverse fasi a partire dal 2019, determinando, a regime, un aggravio di circa 795 euro annui a famiglia”.


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