A gennaio l’inflazione aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua, in leggero rallentamento rispetto al più 0,9% rispetto a dicembre 2017. Maggiore però la salita del carrello della spesa e dei prodotti ad alta frequenza di acquisto. E su questo cade la preoccupazione delle associazioni dei consumatori, che stimano comunque rincari annuali per le famiglie.

La novità di gennaio 2018, dice l’Istat, è l’avvio per la stima dell’inflazione dell’uso dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Le stime preliminari diffuse oggi dall’Istituto dicono che a gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua (era +0,9% a dicembre 2017).

Spiega l’Istat: “La lieve frenata dell’inflazione si deve per lo più al rallentamento della crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,1%, da +2,4% di dicembre 2017), dei Beni energetici non regolamentati (+2,5% da +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,4% da +2,8%), mitigato dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari lavorati (+2,3% da +0,8%) e degli Energetici regolamentati (+5,2% da +3,7% del mese precedente)”.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dell’1% su base mensile e dell’1,2% su base annua (era più 1,3% a dicembre 2017). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto aumentano dello 0,7% su base mensile e dell’1,3% nel confronto annuale.

Per Federconsumatori, i dati sull’inflazione sono i più bassi registrati da dicembre 2016. Allo stesso tempo, spiega l’associazione, “tale tasso si traduce in una ricaduta pari a +240 euro annui in più pagati da ogni famiglia. Un dato che, nonostante il rallentamento registrato, risulta insostenibile per le famiglie”.

Stime sull’impatto economico per le famiglie vengono anche dall’Unione Nazionale Consumatori. “Ottima notizia il rallentamento dei prezzi, visto che serve a ridare potere d’acquisto alle famiglie. Purtroppo, però, anche se in calo, restano ancora alti i prezzi del carrello della spesa e dei beni ad alta frequenza di acquisto – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Se l’inflazione a +0,8%, per una coppia con due figli, la classica famiglia italiana, significa avere una maggior spesa annua complessiva di 313 euro, 203 euro di questi se ne vanno solo per i beni ad alta frequenza di acquisto e  93 per il carrello della spesa, ossia per la sola spesa di tutti i giorni”. Per una coppia con 1 figlio la stangata, stima l’associazione, sarà di 288 euro in più su base annua (86 per il carrello della spesa), per un pensionato con più di 65 anni la maggior spesa ammonterà a 157 euro (47 per la spesa di tutti i giorni), a 165 euro per un single con meno di 35 anni (49 euro).


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