Inflazione, Istat: a maggio più 1,% ma il carrello della spesa va più su
A maggio l’inflazione si porta all’1%, trainata soprattutto da beni e servizi rilevanti nella spesa delle famiglie, quali alimentari freschi e benzina. Va più su il carrello della spesa. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano del 2% rispetto a maggio dello scorso anno. A maggio, dice l’Istat, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività aumenti dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1,0% su base annua (da +0,5% registrato ad aprile). La stima preliminare era +1,1%.
La ripresa dell’inflazione dipende soprattutto dai prezzi dei Beni alimentari non lavorati, la cui crescita tendenziale passa da +0,7% di aprile a +2,4% e dei Beni energetici non regolamentati (da +2,7% a +5,3%). A questi fattori si aggiunge l’inversione di tendenza della dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,7% a +1,7%); contribuiscono, seppur in misura minore, i prezzi dei Tabacchi (da +2,8% a +3,4%) e quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,0% a +1,3%). Su base mensile, l’aumento dipende soprattutto dal rialzo di prezzo di alcuni prodotti, quali beni energetici non regolamentati (+2,1%), alimentari non lavorati (+1,9%), servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei tabacchi (+0,6% per entrambe).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,6% su base mensile e dell’1,7% su base annua (in accelerazione da +1,2% registrato ad aprile). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto crescono dello 0,7% sul mese precedente e del 2,0% rispetto a maggio 2017 (da +1,4% del mese precedente). Sono voci che pesano nella spesa delle famiglie, come evidenzia lo stesso commento dell’Istat che spiega: “Dopo l’avvio debole dei primi mesi del 2018, a maggio l’inflazione si porta all’1%, trainata da beni e servizi di grande rilevanza nelle spese quotidiane delle famiglie. I prezzi degli alimentari, in particolare freschi, quelli di benzina e gasolio sono cresciuti, infatti, più di quanto non siano cresciuti in media quelli degli altri prodotti, definendo un quadro di tensioni inflazionistiche per i prodotti ad alta frequenza di acquisto. Tensioni si rilevano anche per prodotti legati alla filiera turistica, quali trasporto aereo, alberghi e pacchetti vacanza internazionali”.
“Anche se l’inflazione scende leggermente rispetto alla stima iniziale, si conferma il raddoppio dei prezzi rispetto ad aprile e l’impennata del carrello della spesa, che dopo essere triplicati da +0,4 di marzo a +1,2 di aprile, proseguono la loro corsa attestandosi a +1,7% – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Per una coppia con due figli significa avere una maggior spesa annua complessiva di 391 euro, 131 euro per il solo carrello della spesa, ossia per gli acquisti quotidiani. Per la coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, la stangata è di 360 euro, 121 destinati alle compere di tutti i giorni”.
Si sofferma sul caro-benzina il Codacons. “L’incremento dei prezzi di benzina e gasolio ha avuto effetti pesantissimi sul tasso di inflazione, determinando un forte aumento dei listini nel settore alimentare e in quello energetico – spiega il presidente Carlo Rienzi – A causa del rincaro dei carburanti una famiglia con due figli subisce una maggiore spesa pari a +391 euro su base annua (+303 la famiglia “tipo”, +197 euro un pensionato)”. Per cibo e bevande una famiglia di quattro persone, stima il Codacons, spende 142 euro in più l’anno. “E il rischio concreto – aggiunge Rienzi – è che ora i rincari della benzina e dei beni energetici abbiano effetti anche sulle bollette luce e gas, con un rialzo delle prossime tariffe trimestrali che saranno comunicate dall’Autorità per l’energia”.