
Vendite al dettaglio, a novembre 2021 calo mensile
Vendite al dettaglio, a novembre 2021 calano su base mensile
Le vendite al dettaglio a novembre 2021 diminuiscono su base mensile. C’è invece un aumento nel confronto annuale sul quale pesa ancora l’effetto Covid, perché un anno fa c’erano molte limitazioni. I Consumatori: cominciano a pesare bollette e prezzi e gli italiani iniziano a tagliare la spesa alimentare
Vendite al dettaglio, a novembre 2021 pesa ancora il confronto con l’emergenza sanitaria dell’anno prima ma c’è un calo su base mensile che preoccupa i Consumatori.
I dati diffusi dall’Istat dicono infatti che a novembre le vendite al dettaglio diminuiscono su base mensile (-0,4% in valore e -0,6% in volume). Sono in diminuzione le vendite dei beni alimentari (-0,9% in valore e -1,2% in volume), mentre quelle dei beni non alimentari risultano stazionarie (0,0% in valore e -0,1% in volume).
Nel confronto annuale, le vendite al dettaglio di novembre 2021 aumentano del 12,5% in valore e dell’11,7% in volume. In particolare, sono le vendite dei beni non alimentari a crescere (+22,6% in valore e +21,9% in volume), mentre quelle dei beni alimentari registrano un contenuto aumento in valore (+0,5%) e diminuiscono in volume (-0,9%). Sull’aumento annuale pesa il fatto che, nel 2020, c’erano ancora molte limitazioni a causa della pandemia.
Vendite al dettaglio, risultati condizionati dall’emergenza sanitaria
«A novembre 2021 – commenta l’Istat – le vendite al dettaglio segnano un calo congiunturale, mentre in termini tendenziali registrano una crescita sostenuta, trainata dal deciso aumento delle vendite dei beni non alimentari che riguarda sia le imprese operanti su piccole superfici sia la grande distribuzione. In quest’ultima forma di vendita sono gli esercizi commerciali specializzati e quelli non specializzati a prevalenza non alimentare a registrare gli aumenti maggiori. Occorre considerare che i risultati sono condizionati dal confronto con novembre 2020, quando molti settori avevano subito limitazioni delle attività a causa dell’emergenza sanitaria».

Vendite al dettaglio, il confronto annuale
Il confronto annuale dice che, fra i beni non alimentari, crescono le vendite al dettaglio di tutti i prodotti ad eccezione di Dotazioni per l’informatica, comunicazione, telefonia (-0,9%).
Gli aumenti maggiori riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+57,8%) e abbigliamento e pellicceria (+51,8%). Aumentano del 32,7% le vendite al dettaglio giochi, giocattoli, sport e campeggio, e del 30,8% mobili, articoli tessili e arredamento.
Rispetto a novembre 2020, il valore delle vendite al dettaglio cresce in tutti i canali distributivi: la grande distribuzione (+9,5%), le imprese operanti su piccole superfici (+16,5%), le vendite al di fuori dei negozi (+15,9%) e il commercio elettronico (+6,6%).
Codacons: l’aumento su base annua è un’illusione legata al Covid
Le associazioni dei consumatori accolgono con preoccupazione i dati sulle vendite al dettaglio. Pesano, dicono, i rincari e peseranno in futuro gli aumenti. Pesa ancora un “effetto Covid” rispetto alle restrizioni di un anno fa. E qualcuno ha cominciato a tagliare sui consumi alimentari. questo il tenore generale dei commenti che accompagnano i dati Istat sulle vendite al dettaglio.
Per il Codacons, ad esempio, le vendite al dettaglio iniziano a risentire dell’emergenza bollette iniziata a ottobre e della crescita dei prezzi.
«La riduzione delle vendite su base mensile è il segnale che le famiglie hanno iniziato a contrarre i consumi a fronte della crescita dei prezzi al dettaglio e dei rincari delle bollette di luce e gas – dice il presidente Carlo Rienzi – Irrilevante l’aumento delle vendite su base annua, una illusione ottica legata alle chiusure che hanno interessato molti esercizi commerciali nel mese di novembre 2020. Il rischio concreto è che l’emergenza prezzi e bollette che sta investendo il paese metta in ginocchio il commercio, determinando una forte contrazione dei consumi nel corso del 2022».
UNC: l’effetto delle bollette prevale sul Black Friday
Secondo l’Unione Nazionale Consumatori sono dati preoccupanti. L’effetto delle bollette prevale insomma sul Black Friday, ritenuto non in grado (non più di tanto) di trainare le vendite al dettaglio di novembre. L’UNC sottolinea che con questi dati Istat – meno 0,4% su base mensile e più 12,5% annuale – si sono recuperati i valori pre-pandemia e pre-lockdown di gennaio e febbraio 2020. Rispetto a ottobre 2021 però le vendite al dettaglio non vanno bene.
Dice Massimiliano Dona, presidente UNC: «Sul Black Friday prevale l’effetto caro bollette e il rialzo dei prezzi che hanno iniziato a svuotare le tasche degli italiani».
«Anche se per la variazione congiunturale i dati sono destagionalizzati, ossia depurati della componente stagionale e degli effetti di calendario, è comunque evidente il flop del Black Friday e del Cyber Monday, come riprova il confronto con novembre 2020, basato sui dati grezzi. La peggior performance annua, infatti, addirittura in territorio negativo nonostante nel 2020 ci fossero ancora forti limitazioni legate al Covid, è quella delle Dotazioni per l’informatica e telefonia. Non va molto meglio per un altro settore che di solito faceva da traino al Black Friday, come Elettrodomestici, radio e tv che si colloca solo in nona posizione nella top ten dei rialzi».
Assoutenti: gli italiani tagliano la spesa per il cibo
Assoutenti denuncia che «gli italiani tagliano la spesa per il cibo, con le vendite dei beni alimentari che hanno subito un vero e proprio tracollo a novembre».
Rispetto a ottobre, sul base mensile, le vendite dei prodotti alimentari diminuiscono dello 0,9% in valore e dell’1,2% in volume.
«È un segnale estremamente allarmante, perché indica che le famiglie hanno fortemente ridotto la spesa per beni indispensabili come il cibo – dice il presidente Furio Truzzi – Un vero e proprio tracollo causato dal forte rincaro dei prezzi dei beni alimentari, che hanno risentito dell’aumento dei costi delle materie prime e del maltempo, con i listini di ortofrutta, pesce, carne, latticini e pane schizzati alle stelle a novembre. E la situazione, purtroppo, è destinata a peggiorare – prosegue Truzzi – L’impatto dei rincari di luce e gas scattati a gennaio determinerà ulteriori aumenti dei prezzi al dettaglio con effetti negativi sull’inflazione e ripercussioni non solo su consumi e commercio, ma sull’intera economia nazionale».
