Tariffe luce multiorarie, Selectra: non c’è più differenza tra mono e bioraria

Tariffe luce multiorarie, Selectra: non c’è più differenza tra mono e bioraria (Foto di Joe da Pixabay)

Tariffe luce multiorarie, Selectra: non c’è più differenza tra mono e bioraria

Secondo uno studio di Selectra, a partire dal 2007 la differenza tra tariffa monoraria e multioraria è andata via via assottigliandosi: “l’attenzione finora avuta dai consumatori nell’utilizzare alcuni elettrodomestici in determinate fasce orarie, è ormai sostanzialmente inutile”.

Secondo uno studio di Selectra, “le tariffe luce multiorarie sono diventate inutili, in quanto non c’è più differenza tra mono e bioraria”.

“La tariffa multioraria – spiega Selectra – è stata a lungo un alleato dei consumatori più attenti al risparmio, disposti a programmare scrupolosamente l’utilizzo degli elettrodomestici più energivori in specifici momenti della giornata e della settimana. Negli ultimi anni per una maggiore diffusione delle energie rinnovabili e il cambio delle abitudini di consumo, con in particolare un aumento dei consumi estivi, le tariffe multiorarie domestiche sono andate incontro a un vero e proprio “fallimento””.

Tariffe luce multiorarie, lo studio di Selectra

Secondo l’analisi condotta da Selectra, “la differenza di prezzo tra le varie fasce è ormai talmente irrisoria da non garantire più un reale risparmio per gli utenti, anche concentrando i consumi nelle fasce 2 e 3. Dal 2007 al terzo bimestre del 2024, le differenze di spesa tra tariffa monoraria e bioraria del Mercato Tutelato e del Mercato Libero si sono via via assottigliate, fino a raggiungere appena l’1,1% nel secondo trimestre del 2024″.

“È fondamentale informare correttamente i consumatori, in modo da permettere loro di muoversi nel mercato energetico non più come spettatori ma come protagonisti – spiega Flavia Masci, Responsabile Energia di Selectra Italia. – Il fallimento delle tariffe multiorarie è stato determinato dalla diffusione delle energie rinnovabili, che hanno appiattito il picco di prezzo registrato in passato durante le ore di punta. La mancata differenziazione delle tariffe può essere vista come un limite sia per i fornitori che non possono commercializzare offerte multiorarie vere, sia per i consumatori che non possono risparmiare gestendo attivamente i loro consumi”.

L’arrivo delle fonti rinnovabili, quindi, secondo lo studio ha cambiato radicalmente volto al mercato energetico, “rendendo le tariffe multiorarie, così come sono adesso, obsolete“. A contribuire a questo cambiamento del mercato è stato, in particolare, il fotovoltaico, che nel 2012 vantava 13 GW di potenza a fronte degli oltre 30 GW raggiunti a fine 2023. Non consumando combustibile, le fonti rinnovabili hanno costi ridotti di produzione: nelle ore diurne, il fotovoltaico sostituisce sempre di più le onerose centrali alimentate a fonti fossili.

 

Tabella dati fasce orarie (fonte Selectra)
Tabella dati fasce orarie (fonte Selectra)

 

Nel frattempo – prosegue Selectra – il prezzo del gas è aumentato, facendo salire il costo della produzione termoelettrica, su cui si poggia il sistema energetico in assenza delle rinnovabili. Gli effetti si sono visti in particolare nelle ore serali e notturne (cioè le fasce F2 e F3, pensate originariamente per essere più economiche).

“La situazione – conclude lo studio – è quindi radicalmente cambiata nell’ultimo decennio al punto tale che, a oggi, anche l’utente più attento a consumare secondo le fasce orarie ottiene risparmi in bolletta davvero minimi. Le fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico sono intermittenti, dunque soggette a oscillazioni relative alle condizioni metereologiche che ne determinano la variabilità della produzione”.

Per Selectra, dunque, sarebbe utile ragionare in termini non più di “fasce orarie” ma piuttosto di “tariffazione oraria”, sviluppando pratiche di demand-response, in modo da incentivare il consumo dell’energia elettrica nei momenti di maggior disponibilità e quindi di maggiore convenienza economica.


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