
Nel 2020 giù reddito delle famiglie e potere d'acquisto
Spesa delle famiglie, meno 9% nell’anno della pandemia
La spesa delle famiglie va giù a livelli record nel 2020: meno 9%, il calo più ampio dal 1997
La spesa delle famiglie va giù con livelli record nel 2020. Meno 9% rispetto all’anno precedente, la flessione più marcata dal 1997. I consumi delle famiglie cambiano e risentono di nuove abitudini ma nel 2020 pesa la pandemia che comporta inevitabili modifiche.
Fra le spese che più vanno giù ci sono infatti quelle per viaggi, vacanze, abbigliamento e calzature – il mondo esterno bloccato dal virus, insomma. La spesa per i consumi delle famiglie diminuisce nel 2020 e cala anche nei primi mesi del 2021, rileva l’Istat nel dossier diffuso oggi Le spese per i consumi delle famiglie, anno 2020.
La spesa delle famiglie nel 2020
Nel 2020 la spesa media mensile diminuisce del 9% rispetto al 2019. La stima della spesa media mensile per i consumi delle famiglie è pari a 2.328 euro in valori correnti (2.560 euro nel 2019). La metà delle famiglie spende più di 1.962 euro al mese.
Il calo continua all’inizio di quest’anno. Secondo le stime preliminari dell’Istat, inoltre, nel primo trimestre 2021 la spesa media mensile diminuisce del 3,4% rispetto allo stesso trimestre del 2020, per gli effetti persistenti della crisi sanitaria. Al netto delle spese alimentari e per l’abitazione, il calo è più ampio e pari a meno 7,5%.
Nel 2020 sulla spesa totale delle famiglie, la quota di prodotti alimentari e bevande analcoliche è del 20,1% (nel 2019 era del 18,1%). Il calo della spesa media per servizi ricettivi e di ristorazione è del invece del 38,9%.
Spesa delle famiglie: il calo non è uguale per tutte le voci
Come si diceva, nel 2020 la spesa delle famiglie cala del 9% (dell’8,8% se si considera la dinamica inflazionistica).
«È la contrazione più accentuata dal 1997 (anno di inizio della serie storica), che riporta il dato medio di spesa corrente al livello del 2000», evidenzia l’Istituto di statistica. Il 50% delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2020 una cifra non superiore a 1.962 euro (2.159 euro nel 2019).
Naturalmente non tutte le voci diminuiscono e non tutte allo stesso modo. Alcuni consumi sono difficilmente comprimibili: il cibo, le spese di casa.
Come spiega l’Istat, «la flessione dei consumi riguarda in misura diversificata i capitoli di spesa: alcuni non hanno mostrato variazioni, altri hanno registrato diminuzioni molto marcate, risentendo tutti sia delle restrizioni imposte per contrastare la pandemia sia del diverso grado di comprimibilità delle spese stesse».

Spese invariate, spese che crollano
Si crea così una “ricomposizione” del peso delle diverse spese. Nel 2020 rispetto all’anno precedente rimangono sostanzialmente invariate la spesa per Alimentari e bevande analcoliche (468 euro al mese) e quella per Abitazione, acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (893 euro mensili, di cui 587 euro di affitti figurativi).
Questo perché sono spese «difficilmente comprimibili, solo marginalmente toccate dalle restrizioni governative e che, anzi, possono essere state favorite dalla maggiore permanenza delle famiglie all’interno dell’abitazione».
Per le altre voci la spesa scende invece del 19,3% (si passa da 1200 euro a 967 euro). a diminuire di più sono le voci di spesa che più hanno risentito l’impatto delle misure di contenimento: Servizi ricettivi e di ristorazione (-38,9%, 79 euro mensili in media nel 2020) e Ricreazione, spettacoli e cultura (-26,4%, 93 euro mensili), seguiti da voci fortemente penalizzate dalla limitazione alla circolazione e alla socialità, come Trasporti (-24,6%, 217 euro mensili nel 2020) e Abbigliamento e calzature (-23,3%, 88 euro mensili).
Meno spese per viaggi, vacanze e abbigliamento
Ci sono dunque meno spese per viaggi e vacanze e per abbigliamento e calzature. Cambia la spesa delle famiglie nel tempo, cambiano le abitudini di consumo ma nel 2020 gran parte dei cambiamenti sono legati all’effetto Covid, alle misure di contenimento e all’obbligo di rimanere in casa.
«Nel 2020, il mutamento segue i contorni della pandemia e delle misure messe in campo per contrastarla e di conseguenza si sono molto modificate le abitudini relative a spese per viaggi e vacanze e per abbigliamento e calzature – spiega l’Istat – Nel 2020, la voce di spesa che le famiglie hanno maggiormente limitato è infatti proprio quella per viaggi e vacanze. Tra quante già spendevano per questa voce nel 2019, la percentuale di chi l’ha ridotta rispetto all’anno precedente è del 46,8%. Questa percentuale è pari al 44,1% nel Nord e nel Centro e al 56,6% nel Mezzogiorno. A seguire, l’altra voce di spesa che, nel 2020, le famiglie hanno contenuto di più rispetto all’anno precedente è quella per abbigliamento e calzature: il 45,5% di quante acquistavano già questi beni un anno prima dell’intervista ha infatti limitato l’esborso. Nel Nord questa percentuale è pari al 39,6%, nel Centro al 42,1% e nel Mezzogiorno al 56,8%».
La voce di spesa che invece le famiglie hanno ristretto meno è quella che riguarda le visite mediche (15,7%), con il Nord dove questa quota scende all’11% e il Mezzogiorno dove sale al 24,6% (nel Centro è pari al 12,9%).
Spesa delle famiglie, tsunami Covid per i Consumatori
Il Covid sconvolge i consumi della famiglie, dice il Codacons. «L’impatto della pandemia sulla spesa delle famiglie va oltre ogni previsione, e un calo record di questa portata non si era mai registrato prima in Italia – dice il presidente Carlo Rienzi – La crisi Covid, tuttavia, non ha colpito tutti allo stesso modo: la tipologia familiare che ha registrato i maggiori effetti negativi sul fronte dei consumi, infatti, è quella dove figurano imprenditori o liberi professionisti, con una riduzione della spesa che raggiunge quota -11,4%. Stesso calo registrato nelle famiglie composte da 4 componenti (-11,4%) mentre i single hanno ridotto la spesa di “appena” il -5,5%».
«Un crollo record. Mai dall’inizio delle serie storiche, iniziate nel 1997, si era verificata una caduta di tale portata, -9% per una famiglia media – commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – Uno tsunami si è abbattuto sulle famiglie italiane. Se i consumi mediamente scendono in un solo anno di 232 euro al mese, per una coppia con due figli precipitano di 390 euro, mentre per una coppia con 1 figlio franano di 248 euro, -8,2%. Il primato tra le tipologie familiari spetta in valore assoluto alle coppie con 3 e più figli con -395 euro, mentre in termini percentuali il primo posto tocca alla famiglia tradizionale, la coppia con 2 figli, con il -11,7%».
«Archiviato un 2020 disastroso sul fronte dei consumi, il vero allarme è rappresentato ora dai dati del 2021 che registrano spese ancora in calo fino al -7,5% al netto di alimentari e abitazione – dice il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – Numeri allarmanti perché la ripresa economica dell’Italia passa inevitabilmente per la ripresa dei consumi da parte dei cittadini che, purtroppo, ad oggi risultano ancora ben al di sotto delle aspettative». Per Truzzi servono misure in grado di ridare potere d’acquisto alle famiglie impoverite. «Ricordiamo che oggi il 60% delle famiglie italiane dichiara difficoltà ad arrivare alla fine del mese, una situazione che ha evidenti ripercussioni sul fronte dei consumi e rappresenta una pesante zavorra per l’economia italiana».
