Cosa lega sostenibilità, consumatori e fake news? molto più di quello che potrebbe sembrare dopo una prima e veloce osservazione. Ne sono convinte le associazioni e le imprese che fanno parte di Consumers Forum che, in collaborazione con AsVis (Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile), ha redatto il Manifesto della Sostenibilità Consumerista.

Volendone dare una definizione, la sostenibilità consumerista potrebbe essere intesa come lo strumento che riorientando gli interessi dei consumatori e delle imprese raggiunge l’obiettivo della costruzione di un mercato giusto ed equilibrato in cui sia i consumatori che le imprese si fanno carico di obiettivi collettivi.

Un aspetto particolare della sostenibilità consumerista riguarda la corretta informazione che il consumatore dovrebbe ricevere. Di questo specifico ambito si è discusso questa mattina, nel corso di un incontro organizzato a Roma da Consumers’ Forum.

Uno dei problemi principali ostacoli alla corretta informazione del consumatore è dato dal proliferare delle fake news. Dai falsi allarmi per prodotti contaminati, alle allerte sanitarie, alla pericolosità di un prodotto, tutto, davvero tutto, può essere oggetto di una notizia falsa che provoca sfiducia nel consumatore e arreca danno economico e di reputazione per l’azienda.

Un piccolo sondaggio tra le imprese che aderiscono a Centro Marca ha messo in luce che su un campione di 46 aziende, praticamente tutte hanno dovuto far fronte ad almeno una crisi derivante dalla comunicazione digitale. Nello specifico, 43 sono stati i casi registrati tra le aziende del “food” e 6 quelli subiti delle aziende “non food”. In 15 casi le fake news hanno colpito la reputazione del brand. Dal sondaggio è risultato inoltre che Facebook è la piattaforma principale attraverso la quale sono state veicolate le informazioni false (13 casi), tuttavia solo in 9 occasioni le aziende hanno ricevuto supporto dalle piattaforme social nella gestione della crisi.

Per evitare che le fake news si diffondano, bisognerebbe educare il consumatore a confrontare più fonti e invitarlo a non condividere prima di verificare una notizia. L’errore naturalmente è possibile, ma una volta che ci si è resi conto di aver diffuso una “bufala”, sarebbe doveroso correggere l’informazione data per errore. Infine, bisognerebbe che i consumatori conoscano almeno un po’ del funzionamento di un social network.


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