Prezzi dei carburanti, Consumatori: il decreto sulla trasparenza non basta
Secondo l’Unione Nazionale Consumatori e il Codacons le misure adottate dal Governo sui prezzi dei carburanti non sono sufficienti e avanzano ulteriori richieste
Il CdM di ieri sera ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante prezzi (ne abbiamo parlato qui). Un intervento che, secondo il parere dell’Unione Nazionale Consumatori, non è sufficiente.
“Invece di riconoscere l’errore e ripristinare il taglio delle accise, magari parziale visto che 1 miliardo al mese in questo momento non c’è, avendo deciso in manovra di distrarre quei soldi per fare altro, si interviene sulla trasparenza”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Valuteremo venerdì alle ore 13 le proposte, nella riunione con il ministro Urso, quando avremo il testo effettivo del decreto. Siamo ovviamente favorevoli ad aumentare la trasparenza – prosegue Dona. – Ma evidenziamo che sui prezzi già oggi è obbligatorio sia esporli, come previsto dall’art. 15 comma 5 del Codice del Consumo, sia comunicarli al ministero come previsto dall’art. 51 della Legge n. 99 del 23.7.2009. Già previste anche le sanzioni, che è bene comunque salgano, visto che attualmente si tratta di 516 euro. Quanto alla comunicazione, è vero che attualmente è settimanale, ma come previsto dal DM 15 ottobre 2010 va fatta sempre per tutte le variazioni in aumento e in modo contestuale all’applicazione. Insomma, non siamo contrari a farla fare giornalmente, ma appare più una complicazione burocratica che una soluzione decisiva al problema”.
Prezzi dei carburanti, le richieste dell’UNC
Dona ribadisce, quindi, le richieste dell’UNC di “fare un’app con tutti i prezzi dei carburanti, non mettendoli solo sul sito, peraltro decisamente da migliorare, e di comunicare i prezzi medi settimanali, e ora magari anche giornalieri, non solo del self service, ma anche del servito. Infine, poco si può fare contro le speculazioni, se non si dà una definizione di prezzo anomalo“.
Da valutare, inoltre, secondo Dona, l’esposizione del prezzo medio: “il punto è controverso. Se da un lato può scoraggiare i cattivi ad abbassare il prezzo, può anche incentivare i buoni ad allinearsi al prezzo medio, alzandolo, oltre a favorire accordi collusivi. Va tenuto presente, poi, che la distribuzione dei prezzi è asimmetrica e maggiormente concentrata sui valori più bassi della scala, quindi la mediana è inferiore alla media. Tradotto vuol dire che sono di più i distributori virtuosi rispetto a quelli scorretti, che, quindi, potrebbero decidere di diventare un po’ meno buoni di prima”.
Codacons: bene l’intervento, ma non basta
Bene per il Codacons i provvedimenti in tema di benzina varati ieri dal Governo, ma non sono sufficienti.
“Un decreto ad hoc che non basta ad affrontare adeguatamente il problema – afferma il presidente Carlo Rienzi – Se, infatti, è sicuramente positivo aumentare la trasparenza sui listini in favore dei consumatori e rafforzare i controlli contro speculazioni e andamenti anomali, quello che manca è un intervento sulla filiera dei carburanti e sulla formazione dei prezzi alla pompa, dove i tanti passaggi fanno salire i costi per gli automobilisti portando l’Italia ai vertici in Europa per il caro-carburante”.
“Non è possibile, poi, non intervenire sulla eccessiva fiscalità che investe benzina e gasolio, altro tema su cui il Governo deve lavorare introducendo meccanismi automatici di riduzione della tassazione – prosegue Rienzi – In tale direzione il Codacons presenterà venerdì un pacchetto di misure al ministro delle imprese Urso, finalizzato a migliorare gli interventi in tema di carburanti e tutelare adeguatamente i consumatori”.