Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, a febbraio il fatturato dell’industria aumenta dello 0,1% rispetto a gennaio e diminuisce dello 0,2% su base annua (dati corretti per gli effetti di calendario; +2,4% il dato grezzo), mentre gli ordinativi salgono dello 0,7% su base mensile e del 3,8% rispetto a febbraio 2015. Il debole segnale di espansione del fatturato è attenuato dalla dinamica congiunturale degli ultimi tre mesi: l’indice complessivo cala dell’1,0%, con variazioni identiche per il fatturato interno e per quello estero.
Dalle associazioni dei consumatori cominciano ad arrivare i primi commenti. “Una buona notizia il dato degli ordinativi interni, saliti dell’1,6% in un mese e del 5,6% su base annua. È indice di una certa ripresa della domanda interna”, ha commentato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. “Non dobbiamo, però, farci troppe illusioni, specie se guardiamo a quanto manca per tornare ai valori pre crisi”.
Secondo uno studio dell’associazione di consumatori, nel confronto con il 2007 la strada da percorrere per tornare ai valori precrisi è ancora lunghissima. Dal 2007 al 2015 gli ordinativi totali sono calati del 15,6%, 24,4% quelli interni, +0,8% quelli esteri. Per quanto riguarda il fatturato dell’industria dati corretti per gli effetti di calendario, dal 2007 al 2015, il fatturato totale è crollato dell’10,8%, 19,3% quello interno. A sostenere le industrie italiane resta solo il mercato estero: +10,8%.
“Per questo il Governo farebbe bene a puntare i pochi soldi disponibili sul rilancio dei consumi interni, estendendo, il bonus di 80 euro non solo ai pensionati al minimo, ma anche agli incapienti. L’allargamento della platea, infatti, avrebbe effetti economici più rilevanti rispetto all’innalzamento del bonus da 80 a 100 euro”, ha concluso Dona.


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