Istat: fiducia consumatori in calo. AACC: non è un segnale positivo per l’economia
Clima economico e opinioni sul futuro continuano a pesare. Lo rileva l’Istat che ha diffuso oggi i dati sulla fiducia dei consumatori. Per il secondo mese consecutivo, l’Istituto nazionale di Statistica mostra un calo nella considerazione espressa dai consumatori che passa da 108,6 a 106,6. “Il peggioramento dell’indice di fiducia dei consumatori”, dice l’Istat, “riflette dinamiche omogenee per tutte le sue componenti: il clima economico e il clima personale mostrano segnali negativi passando, rispettivamente, da 124,6 a 121,2 e da 103,8 a 102,1; il clima corrente e quello futuro scendono, rispettivamente, da 107,6 a 104,7 e da 111,5 a 109,6.
I giudizi e le aspettative dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese peggiorano per il secondo mese consecutivo (per i giudizi il saldo passa da -53 a -59 e per le aspettative da -28 a -37). Analizzando le opinioni sull’andamento dei prezzi al consumo, espresse su un arco temporale di 12 mesi (giudizi sui 12 mesi passati e aspettative per i prossimi 12 mesi), per quanto riguarda i giudizi si evidenzia un incremento, rispetto al mese scorso, della quota di coloro che ritengono i prezzi aumentati (il saldo passa da -28 a -16); invece, la quota di coloro che si attendono un aumento dei prezzi risulta in diminuzione (da -10 a -17 il saldo).
Questo andamento si allinea con i dati sui consumi diffusi ieri dall’Istituto di Statistica, che ha registrato come nel 2016 le vendite siano cresciute di appena lo 0,1% rispetto al 2015.
Tutti indicatori che alimentano la preoccupazione per un sistema economico che non riesce ad aprirsi ad una nuova fase di sviluppo.
“È evidente ed urgente la necessità di un intervento deciso da parte del Governo, orientato alla ripresa del potere di acquisto delle famiglie ad al rilancio dell’occupazione”, affermano Federconsumatori e Adusbef. “Il lavoro rimane la vera priorità del Paese, quella da cui ripartire per risollevare gli andamenti e le prospettive di un’economia da troppo tempo asfittica”, dichiarano i presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Per Codacons, “Si tratta senza dubbio di un brutto segnale per i consumi, per il commercio e per l‘economia nazionale, perché la mancanza di ottimismo da parte delle famiglie si riflette in modo diretto sulla spesa, che viene ridotta o rimandata al futuro. E il nuovo calo della fiducia arriva in un momento delicatissimo per le vendite al dettaglio, che a dicembre hanno fatto registrare una forte contrazione”. “Il clima politico di incertezza che caratterizza il paese ha avuto un ruolo non indifferente sul livello di fiducia degli italiani”, prosegue l’associazione, “Occorre quindi giungere ad una stabilizzazione che dia sicurezza alle famiglie riportandole a spendere, perché i segnali giunti dall’Istat sono tutt’altro che rassicuranti”.
“Difficile essere fiduciosi se le tasche sono vuote“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Fino a che le attese sulla situazione economica familiare peggiorano, da -9 di gennaio a -12 di febbraio, i consumi non possono che restare al palo. Anche chi può spendere, se non si attende nulla di buono per il futuro, non mette mano al portafoglio”, conclude Dona.