
Influencer marketing, la Commissione UE avvia un'indagine su eventuali pratiche ingannevoli (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)
Influencer marketing, la Commissione UE avvia un’indagine su eventuali pratiche ingannevoli
Nelle prossime settimane la Commissione europea, in collaborazione con le autorità nazionali competenti, avvierà un esame dei post pubblicati online dagli influencer
L’influencer marketing finisce sotto la lente della Commissione UE, che nelle prossime settimane, insieme alle autorità nazionali della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, esaminerà i post degli influencer pubblicati online. L’obiettivo dell’indagine è quello di individuare eventuali testimonianze e sponsorizzazioni che possono fuorviare i consumatori.
Si tratta, infatti, di un settore diventato ormai un pilastro dell’economia digitale, che – spiega la Commissione in una nota – dovrebbe raggiungere un valore globale di 19,98 miliardi di euro nel 2023.
Indagine sull’influencer marketing, le motivazioni della Commissione UE
Perché questa indagine? Lo spiega la Commissione: “gli influencer coinvolti in attività commerciali regolari, come le collaborazioni per pubblicizzare prodotti o servizi, sono considerati operatori commerciali ai sensi del diritto dell’UE in materia di tutela dei consumatori. Quindi sono tenuti a divulgare gli annunci pubblicitari in modo trasparente“.
“Il risultato di questa indagine a tappeto sui social media – sottolinea la Commissione – confluirà nel controllo di idoneità dell’equità digitale, il quale contribuirà a valutare se sia necessaria una nuova legislazione per rendere i mercati digitali sicuri quanto quelli offline”.
“Il business degli influencer è fiorente e molti consumatori, spesso giovani o addirittura bambini, si fidano dei loro consigli. Questo modello, tuttavia, comporta anche obblighi legali – ha dichiarato il Commissario per la Giustizia, Didier Reynders. – Anche gli influencer devono seguire pratiche commerciali corrette e i loro follower hanno diritto a informazioni trasparenti e affidabili”.
A tal proposito la Commissione europea ha lanciato la piattaforma Influencer Legal Hub, dove gli influencer e i creatori di contenuti possono trovare informazioni sulla legislazione dell’UE in materia di pratiche commerciali leali, che li aiuterà a rispettare le norme.
La piattaforma offre, infatti, corsi di formazione video e una libreria di risorse realizzata in collaborazione con esperti accademici. Materiale che gli interessati potranno utilizzare per informarsi, ad esempio, sui loro obblighi giuridici e sui diritti dei consumatori che acquistano un prodotto o un servizio direttamente da loro.
Codacons: serve stretta sul settore
Il Codacons ha accolto favorevolmente la decisione della Commissione europea di realizzare un’indagine sull’influencer marketing.
“Sono anni che denunciamo le scorrettezze degli influencer italiani, i quali troppo spesso ingannano gli utenti attraverso post commerciali non dichiarati, che realizzano una pubblicità occulta a danno dei cittadini – spiega il Codacons – Basti pensare che il giro d’affari prodotto sui social network dagli influencer italiani raggiungerà i 348 milioni di euro nel 2023 con una crescita annua del 13%”.
“Un’attività come quella esercitata da personaggi famosi è tale da ingenerare un notevole flusso finanziario diretto ed indiretto, che pone tuttavia l’esigenza di chiarire l’intera modalità di “gestione” dell’utilizzo di immagini di resort, hotel, indumenti e prodotti di lusso con richiami espliciti a brand. Il rischio è che proventi di attività pur non dichiarata commerciale e/o imprenditoriale non vengano correttamente assoggettati a tassazione. Per tali motivi – conclude il Codacons – abbiamo già chiesto all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza di svolgere un accertamento fiscale“.
