In calo fumo e alcolici tra gli studenti, preoccupano le nuove dipendenze
È stato pubblicato oggi il Report dell’Espad sul consumo di alcol e altre droghe tra i giovani, uno studio coordinato dal Cnr-Ifc. Preoccupano le sfide poste dalle nuove dipendenze, come il gioco d’azzardo e le nuove sostanze psicoattive
Il fumo e il consumo di alcolici tra gli studenti europei di 15-16 anni mostrano segni di declino, ma emergono preoccupazioni per le sfide poste dai nuovi comportamenti a rischio di sviluppare dipendenza. È quanto emerge dal nuovo Report dell’European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (Espad) pubblicato oggi.
Lo studio, coordinato dal gruppo di ricerca italiano dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) e pubblicato in collaborazione con l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda), si basa sull’ultima rilevazione condotta nel 2019 in 35 Paesi europei, tra cui 25 Stati membri dell’Ue.
Hanno partecipato un totale di 99.647 studenti, di cui più di 2.500 italiani, che hanno risposto a un questionario anonimo. Il Report Espad 2019 contiene, in particolare, informazioni sull’uso e le percezioni degli studenti in merito a una varietà di sostanze, tra cui: tabacco, alcol, sostanze illecite, inalanti, farmaci e nuove sostanze psicoattive (Nps).
Fumo e alcolici tra gli studenti, il quadro europeo
Dal Rapporto emerge che il consumo di alcol rimane elevato tra gli adolescenti europei, ma i dati sull’andamento dei consumi segnalano alcune diminuzioni costanti, con livelli oggi inferiori a quelli del 2003, quando tali valori avevano raggiunto un picco rispettivamente del 91% e del 63%.
Per quanto riguarda l’Italia, i dati Espad mostrano che la percentuale di studenti che fa uso di alcol è superiore alla media europea: l’84% riferisce di aver consumato alcol nella vita e il 59% nell’ultimo mese. Tuttavia, se l’uso di alcol sembra più diffuso che in altri Paesi, il consumo eccessivo (35%) è nella media europea.
A fronte dell’introduzione delle politiche sul tabacco che hanno caratterizzato gli ultimi due decenni, si registrano sviluppi positivi anche per quanto riguarda la diffusione dell’abitudine al fumo tra gli adolescenti.
Tra il 1995 e il 2019, Espad ha rilevato una diminuzione del fumo di tabacco in relazione tanto all’uso almeno una volta nella vita (dal 68% al 42%), quanto all’uso recente (dal 33% al 20%) e all’uso quotidiano (dal 20% al 10%). I nuovi dati rivelano, inoltre, un’alta prevalenza dell’uso di sigaretta elettronica (40% per l’uso nel corso della vita e del 14% per l’uso nell’ultimo mese).
“Anche se il questionario non ha specificatamente indagato il contenuto delle sigarette elettroniche, è probabile che un’alta percentuale di questi dispositivi contenga nicotina e che quindi l’uso di nicotina in età adolescenziale possa essere di nuovo in aumento. Date le potenziali conseguenze per la salute pubblica, questo fenomeno richiede ulteriori approfondimenti”, spiega Sabrina Molinaro, coordinatrice europea dello studio, ricercatrice del Cnr-Ifc.
Anche in Italia si riduce il fumo tra gli studenti
L’Italia è tra i Paesi con la percentuale più alta di studenti che riporta di aver fumato sigarette nel corso della vita (55%), tuttavia l’andamento di lungo periodo conferma una diminuzione rispetto alla prima rilevazione del 1995 (64%).
Anche la percentuale di studenti che riferisce un uso recente 32% sembra in diminuzione (37% nel 2015), così come la percentuale di studenti che riferisce un’abitudine quotidiana al fumo (19%). Per quanto riguarda invece l’uso di sigarette elettroniche, nonostante la percentuale di studenti italiani che le hanno provate almeno una volta nella vita sia leggermente più alta della media europea (44%), la prevalenza di ʻsvapatoriʼ recenti è leggermente inferiore (13%).
Calo nell’uso di sostanze psicoattive illecite
L’ultima rilevazione mostra che, in media, 1 studente su 6 (17%) ha riportato di aver fatto uso di una sostanza illecita almeno una volta nella vita, con livelli che variano notevolmente tra i Paesi partecipanti ad Espad (dal 4,2% al 29%). La diffusione dell’uso di sostanze illecite nel corso della vita in questa popolazione è in leggera diminuzione rispetto al 2011.
La cannabis è ancora la sostanza illecita più usata dagli studenti dei Paesi Espad. In Italia, in linea con i dati registrati nel 2015, si riscontrano percentuali di utilizzo di cannabis tra le più alte in Europa. Mentre gli studenti italiani che hanno provato questa sostanza almeno una volta nella vita (27%) sono secondi solo a quelli della Repubblica Ceca (28%), gli utilizzatori italiani di cannabis nel corso dell’ultimo mese (15%) sono i primi, davanti a francesi e olandesi (13%). Anche sul fronte dell’uso ad alto rischio, l’Italia rileva uno tra i livelli più alti (6.2%).
Le nuove sostanze psicoattive
In media, il 3,4% degli studenti ha riferito di aver fatto uso almeno una volta nella vita di nuove sostanze psicoattive (Nps): sostanze molto potenti, spesso di origine sintetica. Questa percentuale rappresenta livelli di consumo più elevati rispetto ad anfetamine, ecstasy, cocaina o Lsd considerati individualmente. Sebbene in linea con il dato europeo, in Italia le Nps registrano una rilevante diminuzione rispetto all’ultima survey, con un 3.1% degli studenti che riporta di averne fatto uso almeno una volta (6% nel 2015).
Rileva, inoltre, che quasi tutti gli utilizzatori di Nps sono, inoltre, ‘policonsumatori’, ovvero fanno uso anche di altre sostanze (come alcol, cannabis e stimolanti).
Preoccupano gioco d’azzardo, videogiochi e social media
Per quanto riguarda il settore del gioco d’azzardo, in Italia il 32% degli studenti riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno e, di questi, il 3.9% risulta avere un profilo di gioco a rischio. Gli studenti che giocano sembrano preferire le scommesse sportive.
Mentre i videogiochi sono diventati sempre più diffusi e gli utenti giocano sempre più spesso su questi dispositivi. Circa il 60% degli intervistati ha riferito di aver giocato ai videogiochi in un giorno di scuola nell’ultimo mese (il 69% in una giornata non scolastica). Inoltre, circa il 94% dei rispondenti ha riferito l’uso di social media nel corso dell’ultima settimana. In media, gli utenti hanno trascorso 2-3 ore sui social media in un giorno di scuola, tempo che sale a 6 o più ore nelle giornate non scolastiche.