FederBio: il biologico come strumento di crescita di consumi alimentari più consapevoli
Per FederBio occorre un cambio di paradigma che spinga verso consumi alimentari più consapevoli, basati sulla stagionalità e sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori
L’Italia si conferma leader del biologico nell’Ue. I numeri presentati a Rivoluzione Bio Osservatorio SANA, durante la 34esima edizione di SANA, evidenziano che le superfici coltivate a biologico hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari, crescendo del 4,4%, con un’incidenza sulla SAU nazionale del 17,4%, la più alta in Ue.
Punto critico – osserva FederBio – la battuta d’arresto dei consumi domestici che, secondo i dati dell’Osservatori SANA, sono diminuiti dell’0,8% mentre, dopo il periodo pandemico, si registra una decisa crescita (+53%) dei consumi fuori casa. In grande espansione l’export del biologico italiano, che vola al +16%.
Biologico, Federbio: favorire il consumo sostenibile
Analizzando i dati presentati, FederBio sostiene, quindi, “l’urgenza di tornare a far crescere i consumi domestici, utilizzando al meglio gli investimenti stanziati per il biologico”. E “un cambio di paradigma che spinga verso un modo di consumare cibo più consapevole e sostenibile, con meno sprechi, basato sulla stagionalità e sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori”.
“C’è uno stretto legame tra il cambiamento di modello agricolo e il consumo alimentare: la svolta della transizione ecologica non riguarda solo la produzione, ma anche il consumo e il mercato – ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio. – Il biologico rappresenta lo strumento per modificare le abitudini alimentari. Occorre fare maggiore attenzione agli sprechi, ancora troppo elevati, e alla stagionalità degli alimenti, in particolare in questa fase di difficoltà delle famiglie legata alle emergenze energetica, alimentare e climatica”.
“L’equilibrio tra produzione e consumi è fondamentale per bilanciare domanda e offerta e per centrare l’obiettivo del 25% di SAU coltivata a biologico entro il 2030 – prosegue Mammuccini. – Abbiamo diversi strumenti, inseriti nella legge sul bio, per tutelare il buon cibo biologico italiano. Tra questi la diffusione dei distretti biologici, che favoriscono la filiera corta e i rapporti tra cittadini, agricoltori e istituzioni locali. Inoltre, la valorizzazione del marchio Made in Italy bio è fondamentale”.
“Occorre, infine, avviare un’efficace attività di promozione, comunicazione ed educazione alimentare sui valori del bio – conclude – per invertire il dato dei consumi domestici e proseguire nel percorso che vede il nostro Paese leader in Europa nel settore”.