C’è sempre meno spesa alimentare nei consumi degli italiani. Fra il 2015 e il 2016 i consumi di alimentari, bevande e tabacchi sono diminuiti dell’1,9%, proseguendo una tendenza che ormai va avanti da diversi anni. È questo il dato che spicca su tutti quando si va a guardare l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) di dicembre. E che fa dire all’Unione Nazionale Consumatori: “È dal 2007 che gli italiani mangiano di meno”.

La ripresa è ancora lenta, dice Confcommercio presentando gli ultimi dati sui consumi. Su base mensile, l’ICC a dicembre aumenta dello 0,3% rispetto a novembre, mentre l’aumento su base annuale è dello 0,5%. “Nel complesso del 2016 – dice Confcommercio – l’indicatore è aumentato dello 0,5%, meno del 2015, a causa di progressi meno rilevanti tanto dei beni quanto dei servizi”. Su base mensile, l’aumento dello 0,3% è il risultato di un aumento sia della domanda relativa ai beni, cresciuta dello 0,3%, sia della componente relativa ai servizi (+0,1%). Nelle singole aree di spesa l’unico aumento significativo ha riguardato i beni e servizi per la mobilità (+1,2%), che hanno confermato il trend positivo grazie al recupero della domanda di auto e moto da parte dei privati. In contenuto miglioramento la spesa per i beni e servizi per la casa (+0,3%), per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%), per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,1%).

consumiÈ però l’andamento annuale quello che più colpisce. L’aumento dello 0,5% riflette la crescita della domanda di servizi (+1,9%) a cui ha corrisposto un calo dello 0,2% della spesa per i beni. Gli aumenti maggiori riguardano la spesa per i beni e i servizi per le comunicazioni (+2,5%), per i beni e di servizi per la mobilità (+2,4%) e per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+2,3%). Beni e servizi per la cura della persona, beni e servizi ricreativi e per la casa sono tutti in leggero miglioramento, mentre c’è una riduzione significativa dei consumi – sempre su base annua – dell’1,9% per alimentari, bevande e tabacchi. Da segnalare anche la flessione dello 0,8% per abbigliamento e calzature.

Sono dati che destano l’attenzione dell’Unione Nazionale Consumatori specialmente per la flessione dei consumi alimentari. “Se si considera che sono spese obbligate, si tratta di un vero e proprio tracollo che indica la difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese – commenta il presidente dell’associazione Massimiliano Dona – Inoltre, cosa ancora più grave, è un peggioramento rispetto al 2015, quando i consumi alimentari erano rimasti stabili, interrompendo una discesa che durava ininterrottamente dal 2007. Insomma, se nel 2015 si intravedeva un’uscita dal tunnel, ora ci stiamo rientrando”. L’associazione ricorda che, secondo l’ICC della Confcommercio, è dal 2007 che gli italiani mangiano di meno: -1,1% nel 2014, -3,8% nel 2013, -3% nel 2012, -1,8% nel 2011, -0,7% nel 2010, -3,1% nel 2009, -3,3% nel 2008, -1,4% nel 2007.


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