Continua il periodo critico per i consumi: a dicembre si registra un calo del 2,7% su base annua e un modesto aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente. Nell’ultimo trimestre dell’anno si registra qualche segnale positivo: i consumi sono ai minimi storici ma senza ulteriori contrazioni, anche se l’Ufficio Studi Confcommercio afferma che ci sono “elementi di spiccata criticità che non permettono di stabilire se nei mesi finali del 2012 si sia toccata la fase più negativa del ciclo”. Anzi, le prospettive a breve termine non sembrano ancora orientate a una ripresa dei consumi. È quanto evidenzia oggi l’Indicatore dei Consumi Confcommercio, che parla di una contrazione del 2,9% dal 2000 a oggi.
A dicembre, rileva Confcommercio, rispetto allo stesso mese del 2011, c’è stato un calo del 3,1% della domanda di servizi e del 2,6% della spesa per i beni. Tra questi ultimi, solo i beni e servizi per le comunicazioni hanno mostrato una variazione positiva delle quantità. Il dato più negativo ha riguardato i beni e servizi per la mobilità, in flessione del 17,5% con dati negativi soprattutto per autovetture e motocicli. Guardando ai dati a livello congiunturale, si nota una modesta diminuzione della domanda per i servizi (-0,1%), mentre i beni sono saliti dello 0,3%. Per quasi tutte le funzioni di spesa nell’ultimo mese dell’anno si è registrata una modestissima tendenza positiva, rileva Confcommercio, sottolineando che il dato in molti casi ha solo stabilizzato la tendenza al ridimensionamento.
I dati diffusi da Confcommercio sono considerati ancora sottostimati da Federconsumatori e Adusbef, che sulla base di stime dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori parlano di una contrazione dei consumi che nel biennio 2012-2013 raggiungerà il 6,1%, pari a una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di 44 miliardi di euro. “Da anni – affermano le due associazioni – denunciamo questo andamento gravissimo, del resto ampiamente prevedibile alla luce della grave perdita di potere di acquisto da parte delle famiglie (basti pensare alla “stangata” subita a causa dell’aumento della tassazione, dei prezzi e delle tariffe nel biennio 2012-2013 pari +3.823 euro a famiglia) e della mancata adozione di provvedimenti tesi a contrastarla”.
Per Federconsumatori e Adusbef sono necessari una serie di interventi che comprendono il rilancio della domanda di mercato attraverso il sostegno alle famiglie a reddito fisso, una ripresa degli investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa per i redditi bassi e l’abolizione dell’aumento dell’Iva previsto a luglio.


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