Confcommercio: consumi in calo. Consumatori: sì a un piano per il lavoro
A marzo ennesimo segno meno per i consumi delle famiglie: -2,1% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (-2,3% la domanda per i beni e -1,6 quella peri servizi) e -0,1% rispetto a febbraio (stessa percentuale negativa per beni e servizi). E’ quanto rileva la Confcommercio secondo cui le riduzioni più significative si sono registrate per gli alimentari le bevande ed i tabacchi (-3,9%), l’abbigliamento e le calzature (-3,4%) e gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-3,2%). In calo anche la spesa per i beni e servizi per la mobilità (-2,5%) al cui interno le vendite di auto a privati sono tornate a registrare, dopo un trimestre, segno negativo tendenza che stando alle prime indicazioni è stata confermata anche ad aprile.
“È indispensabile un piano straordinario destinato a stanziare tutte le risorse e le energie necessarie a rilanciare l’occupazione nel nostro Paese, restituendo prospettive e futuro ai cittadini” commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef che non hanno dubbi sul fatto che le stime di Confcommercio lanciano l’ennesimo segnale allarmante sulla situazione delle famiglie.
“Si tratta di un segnale evidente di quanto sia ancora lontana ed illusoria la ripresa di cui molti, a sproposito, si riempiono la bocca” aggiungono le Associazioni.
Il potere di acquisto delle famiglie ed i consumi continuano a retrocedere: secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori dal 2008 ad oggi la capacità di acquisto è diminuita di oltre il -13,4% e solo nel biennio 2012-2013 i consumi sono diminuiti del -8,1%.
Per questo, se si vuole intervenire concretamente a favore di una ripresa della domanda interna in grado di rimettere in moto l’intero sistema economico, oltre a disporre misure di sostegno che includano anche i pensionati, è necessario ripartire dal lavoro: un piano che dovrà prevedere il rilancio degli investimenti per la ricerca e lo sviluppo tecnologico; l’avvio di un progetto per lo sviluppo ed il miglioramento della qualità dell’offerta turistica; l’allentamento del patto di stabilità che consenta la realizzazione di opere infrastrutturali di modernizzazione e messa in sicurezza (a partire dall’edilizia scolastica).
Misure che andranno finanziate, oltre che dalle risorse ricavate attraverso tagli a sprechi e privilegi, anche impiegando almeno 15 miliardi di Euro derivanti dalla vendita di parte delle riserve auree (15-20%).