Bonus 80 euro, Confesercenti: più 3,1 mld di consumi nel 2014
Il bonus di 80 euro genererà più 3,1 miliardi di consumi nel 2014 e nel 2015, a regime, un aumento di 5,1 miliardi di euro. Ma dal 2010 al 2013 i contribuenti hanno subìto un aumento del prelievo fiscale pari a 34 miliardi di euro fra prelievo fiscale degli enti locali e centrale. Sono i dati resi noti oggi durante l’assemblea annuale di Confesercenti. “Serve nuovo patto fiscale. In tre anni fra fisco locale e fisco centrale un aumento per famiglie ed imprese di 34 miliardi. Proseguire sulla via delle riforme: ancora chiusure nel Commercio e nel Turismo, nei primi cinque mesi del 2014 saldo negativo di 20mila imprese”, denuncia la sigla.
Il presidente Confesercenti Marco Venturi ha insistito sulla questione del fisco e ha chiesto un nuovo Patto fiscale con una significativa riduzione della pressione nei prossimi cinque anni: in tre anni si è verificato un aumento per famiglie e imprese pari a 34 miliardi di euro. “Bisogna affrontare con determinazione – ha detto Venturi – la vera e propria emergenza del fisco locale. Altrimenti a fine anno ci sarà una nuova ‘gelata’ dei consumi. La crisi è finita ma bisogna evitare il rischio stagnazione. Finora, nel 2014, il saldo negativo fra aperture e chiusure nel commercio e nel turismo è stato di oltre 20 mila unità perse, a testimonianza delle forti difficoltà che ancora rimangono”.
La situazione del fisco locale, spiega Confesercenti, è legata al fatto che “dal 2010 ad oggi gli enti locali hanno subìto tagli ai trasferimenti per circa 30 miliardi di euro. Gli enti locali, stretti tra tagli lineari e Patto di stabilità interno, hanno ridotto fortemente alcune voci di spesa (nell’ordine: investimenti fissi lordi, trasferimenti ad imprese, trasferimenti alle famiglie) e soprattutto aumentato le entrate, sia quelle tributarie (addizionali irpef, irap, smaltimento rifiuti, ecc.) utilizzando al massimo le possibilità di manovra offerte, sia quelle extratributarie (proventi per gestione dei servizi a domanda individuale, es. mense, oneri urbanizzazione; multe, ecc.). Parallelamente, però, a livello centrale (bilancio dello Stato) a fronte dei tagli ai trasferimenti, non si è assistito ad una riduzione del gettito, che invece ha continuato ad aumentare. Quindi i contribuenti hanno avuto un aumento di richieste tributarie sia a livello centrale che locale”. A livello locale, la variazione ammonta a più 20 miliardi di euro dal 2010 al 2013, cui si aggiungono altri 14 miliardi di euro di prelievo fiscale centrale, per un totale di 34 miliardi di euro in tre anni.
Quale sarà l’effetto del bonus fiscale sui consumi? Spiega Confesercenti che “crisi, disoccupazione e politiche di austerity hanno causato il crollo della spesa delle famiglie italiane. Nel solo biennio 2012-2013 i consumi di beni da parte delle famiglie italiane hanno subìto una contrazione di 28,5 miliardi.Un calo proseguito anche nel primo trimestre di quest’anno (-1,2 miliardi). Alla fine nel 2014 la spesa dovrebbe comunque tornare positiva, anche grazie al bonus fiscale di 80 euro a favore dei redditi dipendenti, che genererà più 3,1 miliardi di consumi nel 2014 e +5,1 nel 2015”.
Secondo Federconsumatori e Adusbef, però, la “portata” del bonus fiscale sarà ridimensionata dalla Tasi. Per le due associazioni, i benefici dell’aumento di 80 euro in busta paga saranno ridimensionati proprio a causa di questa tassa. “Se dapprima, infatti, avevamo stimato che tale operazione avrebbe comportato ricadute positive sulla domanda di mercato del +0,5%, oggi tali previsioni si abbassano allo 0,4%, per via delle inesistenti detrazioni sulla TASI e dell’inaccettabile condotta dei comuni che, in tal modo, faranno pagare l’imposta sui servizi indivisibili anche a circa 5 milioni di famiglie che prima non pagavano nulla per l’IMU”, affermano le due associazioni, i cui presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti chiedono di estendere la platea dei beneficiari anche a pensionati e incapienti. “Inoltre è indispensabile – aggiungono – disporre un piano straordinario di rilancio dell’occupazione giovanile, attraverso lo stanziamento di congrui investimenti per lo sviluppo e la ricerca. In assenza di tale operazione la crescita a cui potrebbe portare la manovra dell’incremento di 80 euro in busta paga sarà solo congiunturale e non strutturale”.