“A partire dal 2008 la capacità di spesa delle famiglie è scesa complessivamente di quasi il 5%”. È quanto si legge nel Bollettino Economico della Banca d’Italia secondo cui “sulla spesa delle famiglie ha inciso nel 2011 l’ulteriore riduzione del reddito disponibile reale che, risentendo dell’accelerazione dei prezzi al consumo, è diminuito dello 0,5%”. Prosegue anche la tendenza al calo del risparmio, sceso di 0,7 punti nel 2011 al 12%.A frenare i consumi è – secondo Palazzo Koch – la dinamica dei redditi per cui i comportamenti di spesa delle famiglie restano improntati alla prudenza; sono frenati dalla dinamica del reddito disponibile e dalle condizioni del mercato del lavoro.  Il Bollettino sottolinea inoltre che “i consumi sono rimasti deboli nei mesi più recenti, soprattutto nel comparto dei beni durevoli”.
Secondo Bankitalia “le misure di liberalizzazione e di semplificazione amministrativa recentemente approvate possono stimolare la crescita del prodotto potenziale e incidere positivamente sulle aspettative”. “Nella stessa direzione – evidenziano ancora gli economisti di Via Nazionale – va la proposta di riforma del mercato del lavoro, che punta ad attenuarne la segmentazione razionalizzando gli ammortizzatori sociali e riequilibrando la convenienza relativa delle diverse forme di flessibilità nell’uso del lavoro. Restano, tuttavia rischi molto elevati, riconducibili al riavvio delle tensioni sui mercati finanziari europei e a un rallentamento più pronunciato del commercio mondiale”.
Federconsumatori e Adusbef parlano di “ottimistiche analisi” e aggiungono “Altro che prudente, l’unico aggettivo che possa definire l’andamento dei consumi in questo periodo è: disastroso”. Le Associazioni sostengono che a farla da padrona è il crollo dei consumi in tutti i settori. L’unico a reggere, purtroppo, è il settore del gioco:  “Si tratta di un dato gravissimo, che evidenzia la drammatica situazione delle famiglie.” – dichiarano Rosario trefiletti ed Elio Lannutti. Ad aggravare la situazione si aggiunge l’ulteriore stangata del 2012: le famiglie dovranno far fronte ad un salasso di oltre +1.334 Euro per l’aumento di prezzi e tariffe e +1.133 Euro per la tassazione (IMU, IVA, addizionali regionali e comunali, ecc.), pari ad un maggiore esborso di oltre 2.467 Euro annui.


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