
Attenzione, si è ristretta la colomba, Fenomeno shrinkflation
Attenzione, si è ristretta la colomba. Codacons chiede di indagare sulla shrinkflation
Dopo bevande, alimenti e dentifrici, a Pasqua si è ridotto il peso di alcune colombe passate da 1 kg a 750 grammi ma allo stesso prezzo. Il Codacons chiede di indagare sul fenomeno della shrinkflation
Attenzione, si è ristretta la colomba di Pasqua. Forse non tutti l’avranno notato, ma è facile che fra i dolci arrivati in tavola per la Pasqua ci siano state delle colombe che non pesavano affatto 1 kg come negli scorsi anni ma solo 700/750 grammi. Con prezzo invariato e forse anche la confezione, o forse con un packaging rinnovato. La shrinkflation ha colpito a Pasqua col peso ridotto di alcune colombe, dice il Codacons che ha annunciato una sventagliata di esposti per indagare sul fenomeno.

Shrinkflation, il Codacons chiede di indagare
Il nome è inglese e si potrebbe tradurre con riporzionamento, o direttamente con rimpicciolimento delle confezioni. Il meccanismo è semplice: si riduce il contenuto della confezione (biscotti, patatine, colombe, detersivo) ma il prezzo rimane lo stesso. Il pacchetto si fa più piccolo, il prezzo no.
«Sul fenomeno “shrinkflation”, ossia la riduzione delle quantità dei prodotti confezionati venduti al pubblico mantenendo invariati i prezzi, dovranno indagare la magistratura e l’Antitrust», dice il Codacons che annuncia di aver presentato un esposto all’Antitrust e a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia.
L’associazione chiede di «aprire indagini volte a verificare se la prassi avviata dai produttori e tesa a ridurre le quantità dei prodotti venduti ai consumatori senza ridurre il prezzo delle confezioni, possa costituire fattispecie penalmente rilevanti, dalla truffa alla pratica commerciale scorretta».
Il Codacons ha chiesto inoltre all’Autorità per la concorrenza e alle magistrature locali di audire il presidente dell’Istat, nonché Mise, Mef, Federalimentare e le principali multinazionali italiane per acquisire elementi su questo fenomeno.
I consumatori e la shrinkflation
«In sostanza il cartellino del prezzo resta esattamente lo stesso (in alcuni casi aumenta seppur di poco) mentre la confezione del prodotto – sia esso un flacone di detersivo, una bottiglia di vino o una scatola di fazzoletti, un pacco di biscotti ecc. – è leggermente più piccola, o contiene qualche unità di prodotto in meno – spiega il Codacons – Un trucchetto che consente enormi guadagni alle aziende produttrici ma di fatto svuota i carrelli e le tasche dei consumatori, realizzando una sorta di “inflazione occulta».
Tutto questo avviene sotto lo sguardo per lo più inconsapevole dei consumatori, che difficilmente si chiedono se il contenuto di quello che comprano magari di solito sia lo stesso di qualche tempo prima. Fra l’altro, spiega il Codacons, i consumatori «tendono ad essere sempre sensibili al prezzo, ma potrebbero non notare piccoli cambiamenti nella confezione o non fare caso alle indicazioni, scritte in piccolo, sulle dimensioni o sul peso di un prodotto. Spesso, inoltre, ad una diminuzione del quantitativo di prodotto si associa un nuovo packaging e un restyling visivo così da rendere il tutto ancor più accattivante».
Il fenomeno della shrinkflation ha colpito anche durante il periodo di Pasqua, prosegue il Codacons, quando il peso di alcune colombe è passato da 1 kg dello scorso anno ai 750 grammi del 2022, mantenendo intatti prezzo e confezioni.
Shrinkflation ieri e oggi
L’Istat nel periodo 2012-2017 aveva rilevato nei mercati, nelle rivendite e nei supermercati 7.306 casi di confezioni ridimensionate ma vendute allo stesso prezzo, con particolare riguardo al settore zuccheri, dolciumi, confetture, cioccolato, miele e a quello del pane e dei cereali.
Shrinkflation viene dall’unione dei termini shrinkage (contrazione) e inflation (inflazione) e consiste appunto e nella riduzione delle confezioni (o della quantità al loro interno) di prodotti di largo consumo, mantenendo però lo stesso prezzo. L’escamotage è quello di rimpicciolire la confezione: meno patatine nel pacchetto, meno fazzolettini di carta, meno detersivo nel flacone. O appunto una colomba pasquale che non pesa più un chilo ma si ferma a 700/750 grammi.
Il Sole 24 Ore ricorda che uno dei casi più noti degli anni passati è stato quello del cioccolato Toblerone: «Il caso tipo passato alle cronache è stato quello della barretta del Toblerone: qualche anno fa, per far fronte all’aumento del costo del cacao, i produttori decisero di ridurre il numero dei “denti” di cioccolato, allungando gli spazi tra l’uno e l’altro per risparmiare sulla materia prima. Una decisione che non passò inosservata, scatenando le ire dei consumatori».
In Italia i consumatori hanno preso a denunciare questo fenomeno nel 2018 ma oggi, fra crisi post pandemica, inflazione alta e tensioni sui mercati internazionali legati alla guerra in Ucraina, la shrinkflation sembra destinata a tornare sugli scaffali.

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