Agromafie, Legambiente: il disegno di legge sui reati agroalimentari non può attendere

Stop alle aste a doppio ribasso sui prodotti alimentari

C’è spesso sfruttamento dietro un barattolo di pomodoro venduto a pochi centesimi. Ma per i consumatori è ancora difficile riconoscere sugli scaffali dei supermercati i prodotti che non violano i diritti umani dei lavoratori. Lo sfruttamento dei braccianti e degli operai nella filiera agroalimentare, e la violazione dei diritti umani, sono temi denunciati sempre più spesso. E i consumatori non vogliono essere «complici inconsapevoli» dello sfruttamento nei campi.

È quanto emerge da un sondaggio sui consumatori che si rivolgono alla Grande distribuzione organizzata, condotto a giugno da a Oxfam e Federconsumatori, su un campione di oltre duemila consumatori italiani, nell’ambito della campagna di Oxfam “Al giusto prezzo”. Questa  pone al centro il tema della responsabilità delle imprese sui diritti umani e il ruolo che i consumatori possono esercitare.

 

sondaggio oxfam federconsumatori
Campagna “Al giusto prezzo”: infografica sondaggio Oxfam e Federconsumatori

Cosa emerge dal sondaggio?

In Italia 3 consumatori su 4 (il 74,41%) sono disposti ad acquistare alimenti prodotti senza sfruttamento dei lavoratori, indipendentemente dal prezzo. Prezzo che rimane determinante per solo per il 21,8%.

Otto italiani su dieci, evidenzia ancora il sondaggio, chiedono più trasparenza sugli scaffali dei supermercati. Oltre la metà dei consumatori intervistati si sente mediamente informata sullo sfruttamento nelle filiere agricole. Questo però non basta. Oltre il 78% dichiara infatti di non avere adeguate informazioni per poter riconoscere sugli scaffali dei supermercati i prodotti che assicurano una equa redistribuzione del valore tra tutti gli attori della filiera.

C’è, inoltre, la consapevolezza che proprio la grande distribuzione può e deve fare di più. Oltre 4 cittadini su 10 considerano il ruolo giocato dalla Grande Distribuzione Organizzata nel contrattare i prezzi con i produttori agricoli e le scelte operate dai consumatori come elementi che contribuiscono allo sfruttamento del lavoro nei campi

 «I consumatori ci dicono di non voler essere complici inconsapevoli dello sfruttamento nei campi – dice Giorgia Ceccarelli, policy advisor di Oxfam Italia – Senza informazioni ed elementi che garantiscano la piena trasparenza sul rispetto dei diritti umani nelle filiere, i consumatori non riescono ad esercitare una scelta responsabile che pure dichiarano, senza esitare, di voler compiere».

Serve dunque trasparenza ma anche piena assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori della filiera.

 

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Campagns “Al giusto prezzo”: infografica sondaggio Oxfam e Federconsumatori

Lo sfruttamento dietro ai prodotti

Quanto sono consapevoli i consumatori dello sfruttamento di braccianti e operai agricoli? La domanda cui il sondaggio ha cercato di rispondere evidenzia che c’è una generale comprensione che il fenomeno è complesso. Insomma: sono diverse le responsabilità indicate dai consumatori. E non c’è solo un singolo attore.

Oltre il 63% degli intervistati dice che l’infiltrazione mafiosa è la principale causa che condiziona un sistema diffuso di sfruttamento nelle campagne italiane. In seconda posizione, i consumatori mettono il ruolo degli imprenditori agricoli: oltre il 54% degli intervistati attribuisce a loro la responsabilità di condurre affari sulla pelle di lavoratori disposti a tutto pur di sopravvivere. Oltre la metà dei consumatori indica inoltre la mancanza di controlli nelle aziende.

I consumatori, insomma, sono abbastanza consapevoli del fatto che lo sfruttamento non riguarda solo i campi agricoli ed è frutto di un percorso di filiera in cui tutti, distribuzione e acquirenti, hanno responsabilità.

«Ben il 44% degli intervistati considera lo schiacciamento dei prezzi pagati dalla GDO per rifornire i propri scaffali e le scelte di acquisto compiute dai consumatori, solo in base alla convenienza economica di un prodotto, tra le cause principali dello sfruttamento del lavoro a discapito degli anelli più deboli della filiera di produzione – dice Emilio Viafora, presidente di Federconsumatori – Ciò evidenzia un alto grado di consapevolezza tra i consumatori italiani sul tema”.

Le richieste alla GDO

Per fermare lo sfruttamento dei lavoratori e la violazione dei diritti deve intervenire anche la Grande distribuzione. Quali le richieste dei consumatori? La GDO deve garantire che i prodotti a scaffale siano liberi da sfruttamento e aumentare l’offerta di quelli garantiti per consentire pratiche di acquisto responsabile. Deve aumentare la trasparenza delle informazioni sull’origine e il percorso che un prodotto compie dal campo allo scaffale. E deve garantire ai produttori un costo all’origine dignitoso che garantisca una remunerazione equa dei fattori di produzione.


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