“L’andamento dei consumi alimentari sembra confermare una crescente attenzione a una più corretta alimentazione”: così l’Istat fotografa oggi i consumi alimentari degli italiani. Che in sintesi hanno questo andamento: diminuisce la spesa per la carne, aumenta quella per frutta e vegetali, pesce e prodotti ittici. La valutazione è contenuta nel report sulle spese per i consumi delle famiglie del 2016, quando la spesa media mensile familiare è stimata pari a 2.524,38 euro (+1,0% rispetto al 2015, +2,2% nei confronti del 2013, anno di minimo per la spesa delle famiglie).

“Si consolida, ad un ritmo moderato, la fase di ripresa dei consumi delle famiglie avviatasi nel 2014”, scrive l’Istat, puntualizzando però che la spesa media mensile rimane al di sotto di quella del 2011.

Interessante è il quadro della spesa alimentare. Il livello medio della spesa alimentare è di 447,96 euro mensili (era poco di meno nel 2015: 441,50 euro). La spesa per le carni, pur restando la componente alimentare più importante, torna a diminuire, attestandosi a 93,53 euro mensili (da 98,25 nel 2015). Le spese per frutta e vegetali aumentano entrambe del 3,1% rispetto al 2015, salendo rispettivamente a 41,71 euro e a 60,62 euro mensili. Pesci e prodotti ittici sono la voce con il maggiore aumento, pari a +9,5%, fino a 39,83 euro mensili. “I consumi alimentari sembrano quindi confermare una crescente attenzione a una più corretta alimentazione”, evidenzia l’Istat. Tornano infine ai livelli pre-crisi le spese per servizi ricettivi e di ristorazione e salgono quelle per beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura.

Sono valutazioni accolte con cautela dell’Unione Nazionale Consumatori. Commenta il presidente Massimiliano Dona: “Le famiglie, per quanto i consumi diano segnali di un lieve recupero, stringono ancora la cinghia e, persino per beni necessari come gli alimentari, sono ben lontane dal tenore di vita che avevano appena 5 anni fa”. Per Coldiretti, invece, i dati dell’Istat indicano una “svolta sulle tavole degli italiani dove, dopo anni di abbandono, torna prepotentemente la dieta mediterranea con un aumento record dei consumi che va dal +9,5% per il pesce e i prodotti ittici fino alla crescita del 3,1% per la frutta e verdura”.


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