Il 5% del totale del pane consumato ogni mese potrebbe essere abusivo, ovvero venduto illegalmente. Il 12,3% dei consumatori acquista il pane presso rivendite probabilmente abusive, in casolari di campagna e presso rivenditori posizionati lungo la strada con mezzi privati. Queste le stime che emergono dalla ricerca realizzata da Format Research per Assipan “L’abusivismo nel settore della panificazione”, che fotografa i consumi di pane degli italiani.

paneQuasi 65% degli italiani si reca «tutti i giorni o quasi» a fare la spesa per acquistare il pane ogni settimana. Circa il 43% spende da 1 a 5 euro a settimana per comprare il pane mentre il 39,5% vi destina un budget compreso fra 6 e 10 euro. La spesa media mensile di una famiglia per il pane è poco superiore ai 23 euro.

L’indagine evidenzia che forno, panetteria, grandi supermercati sono le principali tipologie di negozi nei quali si compra il pane. Si segnala però il 4,9% di intervistati che dichiara di acquistare in casolari di campagna (diversi da esercizi commerciali), il 4,7% da venditori lungo la strada su un mezzo privato e un altro 2,7% che compra da generali canali “altro”: tutti canali di vendita che per Assipan sono probabilmente illegali.

Secondo l’indagine, dunque, si può stimare che gli italiani che acquistano pane venduto abusivamente siano circa il 13%, con un impatto intorno al 5% sul totale del pane consumato in Italia ogni mese, il che avrebbe un valore mensile pari a circa 25 milioni di euro. “Il dato naturalmente non può essere confermato – spiegano i promotori della ricerca – perché notoriamente il pane abusivo viene venduto ad un prezzo molto inferiore rispetto a quello del pane venduto legalmente”. Una situazione che, commentano da Assipan, reca danno non solo all’erario ma anche ai consumatori che non hanno tracciabilità del pane che consumano. Il presidente di Assipan-Confcommercio, Claudio Conti, evidenzia dunque la necessità di “una chiara presa di posizione della categoria su tale tema, finalizzata a far destare maggiormente l’attenzione degli addetti ai controlli come le ASL, i NAS, la Polizia Urbana e gli altri soggetti preposti. E se ciò non bastasse, si potrebbe anche iniziare a immaginare una mobilitazione nazionale dei panificatori”. 


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