Confcommercio: sarà ancora un Natale di austerità
Sarà ancora un Natale di austerità, vissuto all’insegna della crisi economica: per sette italiani su dieci le feste saranno molto dimesse. Per due italiani su tre l’attuale contesto di crisi durerà almeno altri due anni, così come aumenta la percentuale (oltre il 47%) di chi si sente più povero rispetto allo scorso anno. Risulta così in leggero aumento la quota di chi, quest’anno, non farà regali, che passa dal 13,7% al 14,2%. Lo rileva un’indagine Confcommercio-Format.
Per gli italiani non sarà questo l’ultimo Natale di crisi: lo pensano sette su dieci, percentuale in crescita rispetto allo scorso anno. Aumenta, come detto, la quota di chi non farà regali, anche se l’appuntamento con le spese natalizie resta per la stragrande maggioranza dei consumatori (l’85,8%) un “rito” irrinunciabile costituendo, per oltre la metà di essi, anche una spesa necessaria che si affronta con piacere.
I consumi, rileva un’indagine Confcommercio sul peso delle tasse, l’ammontare delle tredicesime e la propensione alla spesa per il Natale, torneranno ai livelli del 2007 solo nel 2022. “Siamo in una situazione di totale incertezza fiscale – ha detto il responsabile dell’Ufficio Studi Confcommercio Mariano Bella – perché non sappiamo quante coperture verranno trovate per l’auspicata cancellazione della seconda rata dell’Imu sulla prima casa ma anche sulla cancellazione della prima rata e non sappiamo come la Commissione Europea valuterà la Legge di Stabilità. Questo è dunque l’ambito nel quale noi cerchiamo di fare qualche valutazione economica sul Natale”.
“Il reddito disponibile delle famiglie italiane è tornato al livello del 1986 mentre i consumi sono simili a quelli del 1996-1998. Un aspetto che vorrei sottolineare – ha aggiunto Bella – è che per quanto ci sia una totale incertezza fiscale, le famiglie sentono che non si sta aprendo una stagione di riduzione delle tasse. Sappiamo che la pressione fiscale rimarrà invariata fino al 2016 e dunque non ci si può certo aspettare una ripresa dei consumi”.
Consumi che secondo Confcommercio torneranno ai livelli del 2007 solo nel 2022. Entrando nel dettaglio dell’analisi sui consumi di Natale, Bella ha evidenziato che “il 69,3% degli italiani prevede un Natale 2013 molto dimesso. Si tratta di una percentuale che è all’incirca il doppio di quella registrata nel 2009 (33,7%)”. Tuttavia, l’85,8% degli italiani non rinuncerà al rito del regalo.
“Redditi pro capite reali tornati ai livelli del 1986, pressione fiscale inchiodata al 44% fino al 2016, clima di fiducia incerto, consumi drammaticamente fermi e l’idea di ripresa, di fatto, cancellata dalla legge di stabilità: tutto ciò prefigura, e non poteva essere altrimenti, l’ennesimo Natale di austerità – spiega il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – A dicembre, infatti, dopo il crollo dello scorso anno, dovuto al pagamento dell’Imu, quest’anno ci potrebbe essere un modestissimo incremento delle disponibilità. Ma molto dipenderà dall’effettiva cancellazione della seconda rata dell’Imu sull’abitazione principale. Questo scenario ci porta a confermare una riduzione dei consumi per l’anno 2013 pari al 2,4%, un fenomeno molto grave che segue la caduta eccezionale del 4,2% del 2012“.
La contrazione che si annuncia ancora una volta per gli acquisti per i regali di Natale è l’effetto di ragioni diverse: la diminuita capacità di spesa degli italiani, la minore propensione ad effettuare acquisti in un periodo di crisi (calo della fiducia) ma non è l’effetto di un cambiamento dell’atteggiamento dei consumatori verso il Natale in sé e verso la tradizione del regalo. La percentuale dei consumatori che considera gli acquisti natalizi una “spesa necessaria e piacevole” resta in sostanza invariata rispetto al 2012, anzi è anche leggermene in aumento, essendo pari al 51,7% (2013) contro il precedente 49% che venne rilevato da Confcommercio nel 2012. A pensarla diversamente continua ad essere poco meno di un italiano ogni due, così come del resto era stato rilevato lo scorso anno e negli anni precedenti: il 30% circa dei consumatori ritiene gli acquisti per i regali di Natale una spesa “necessaria”, ma della quale farebbe volentieri a meno; il 17% circa ritiene gli acquisti per i regali di Natale una spesa del tutto inutile ma che comunque è costretto ad affrontare.
Semplicemente agghiacciante!!!!!!!!!!!!