Benzina, petizione di Altroconsumo per abolire le accise (fanno il 50% del prezzo)
Più del 50% del prezzo che gli automobilisti italiani pagano per la benzina è costituito da tasse: le ormai famose accise, alcune delle quali risalgono alla guerra d’Etiopia del 1935. Al di là degli anacronismi, le accise sulla benzina sono in totale 16. Un po’ troppe anche perché, essendo legate al finanziamento di eventi naturali o storici, dovrebbero essere abolite nel momento in cui l’emergenza finisce. E’ il momento di dire basta: Altroconsumo ha lanciato una petizione per richiedere l’abolizione delle accise sui carburanti.
Ad oggi la petizione ha raggiunto 3078 firme. Ne servono però ancora 6922 affinché la petizione venga raggiunga il suo obiettivo.
Ecco la lista delle accise aggiornata rispetto a quella pubblicata sul sito del Ministero dell’economia e delle finanze:
- 1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935;
- 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
- 10 lire per il finanziamento dell’alluvione di Firenze del 1966;
- 10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
- 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
- 75 lire per il finanziamento del terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
- 22 lire per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
- 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,0073 euro in attuazione del D.L. n. 34/2011 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali;
- 0,040 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della legge n. 225/1992;
- 0,02 euro per il terremoto dell’Emilia del maggio 2012;
- 0,0042 euro per il sisma d’Abruzzo del 2009 introdotti nel 2012.
Vergognoso!