L’aumento dell’Iva rischia di applicarsi retroattivamente sulle bollette e sugli acquisti effettuati prima dell’entrata in vigore della nuova aliquota al 22%, da saldare in data successiva. L’allarme viene dal Codacons: “L’aumento dell’aliquota entrato in vigore lo scorso 1° ottobre avrà per le bollette domestiche effetti retroattivi. Questo significa che gli utenti dovranno pagare bollette più salate per consumi riferiti al periodo in cui l’Iva era ancora al 21%. Il dpr 633 del 1972 – spiega l’associazione – stabilisce che, indipendentemente dal periodo di riferimento dei consumi, l’aliquota Iva da applicare è quella relativa al momento in cui viene emessa la fattura. Ciò comporta che sulle prossime bollette di luce, gas, e telefonia riferite a consumi antecedenti la nuova aliquota, si applicherà comunque l’Iva al 22%”.

Un esborso aggiuntivo, dunque, che va a sommarsi agli effetti diretti sui prezzi al dettaglio. Per l’associazione però si rischiano problemi anche per chi ha acquistato mobili, elettrodomestici o automobili prima del 1° ottobre, versando magari un anticipo, e si vedrà consegnata la merce in una data successiva: c’è il rischio di pagare somme aggiuntive in relazione alla maggiore Iva al 22%. Il Codacons si mette a disposizione dei consumatori che intendano denunciare arrotondamenti selvaggi dei prezzi o irregolarità nell’applicazione dell’Iva, anche se, spiega l’associazione, “dal mondo del commercio e della grande distribuzione sono giunte risposte confortanti al nostro appello con cui abbiamo chiesto di non aumentare i prezzi per evitare ulteriori riduzioni dei consumi”.


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