Amazon espelle utenti: troppa resi. Adiconsum: condotta lesiva per consumatori
Troppi resi? E Amazon chiude l’account. Dopo gli Stati Uniti, anche in Italia molti utenti hanno lamentato di essere stati “bannati” dalla piattaforma di shopping online per avere mandato troppa merce indietro. Peccato però che non sia chiaro dopo quanti resi scatta questa misura così drastica che tra l’altro in Italia è resa possibile da quanto stabilito dal Codice del Consumo. Il reso normalmente avviene per ripensamento o per prodotto non conforme, utilizzando, quindi due diritti del consumatore previsti per l’e-commerce.
In alcuni casi, sono stati effettuati addirittura dei “ban” di famiglia: ovvero, sono stati bloccati account che riportavano lo stesso indirizzo di riferimento o che utilizzavano la stessa carta di credito.
Da Amazon fanno intanto sapere che la chiusura dell’account di un utente non è così frequente e di solito viene messa in atto non tanto in funzione del numero di resi effettuati quanto piuttosto dal riscontro di una condotta di abuso del servizio ripetuto nel tempo. La società precisa anche che invia sempre al cliente almeno 2 email di avviso prima di chiudere un account e lo fa solo in caso ci sia evidenza del perdurare del comportamento di abuso.
Pare però che il colosso mondiale del commercio elettronico abbia deciso di dare agli utenti che sono stati cancellati una seconda possibilità.
Adiconsum, pur riconoscendo il diritto di un’impresa di regolamentare la compravendita ritiene che Amazon non possa procedere all’annullamento di un account senza aver informato preventivamente il consumatore, riportando nelle condizioni generali di contratto quali sono i criteri previsti in tale circostanza.
“Il comportamento di Amazon potrebbe configurare una limitazione dell’esercizio del diritto di recesso e dell’applicabilità della garanzia legale. Per questo motivo, Adiconsum sta valutando di segnalare tale comportamento all’Antitrust”, afferma presidente dell’associazione, Carlo De Masi.
Adiconsum invita Amazon ad aprire un tavolo di confronto con le Associazioni Consumatori.