TopNews. Alimenti bio e “free from”, Federconsumatori: è boom dei prezzi
Bio, senza lievito, senza lattosio e light: i prezzi volano. E salgono anche di molto rispetto ai prodotti “ordinari”. Che sia per ragioni etiche o di salute, per scelte alimentari legate all’adozione di una filosofia di vita o perchè si soffre di intolleranze, c’è tutto un insieme di prodotti alimentari che negli ultimi anni si sono affermati sia sugli scaffali sia sulle tavole degli italiani. A quale prezzo? Sul prezzo si è concentrata l’attenzione di Federconsumatori, che stima per tutti questi cibi presi nel loro insieme prezzi più cari di oltre il 47% rispetto a quelli dei prodotti “ordinari”.
L’associazione parte dalla considerazione che negli ultimi anni c’è “una crescente attenzione da parte del consumatore alla qualità dell’alimentazione, nonché una sensibilità al tema della corretta nutrizione e alla salubrità dei cibi inesistente fino a qualche decennio fa”. In generale si registra un aumento delle vendite di prodotti qui messi insieme ma in realtà molti vari, da quelli light ai cibi integrali, dagli alimenti senza lattosio al boom del biologico, che spesso rispondono a logiche diverse. Ma che sembrano avere in comune una cosa: un prezzo più alto. Di quanto? Questo l’obiettivo della Prima indagine sui prezzi degli alimenti light, biologici, senza lattosio e senza lievito condotta dall’Osservatorio nazionale Federconsumatori, dalla quale emerge che “i prodotti con determinate caratteristiche vengono venduti a prezzi decisamente più alti rispetto a quelli “ordinari”, con differenze in termini percentuali che arrivano ad un massimo del +82%”.
Per ciascuna tipologia di prodotto, spiega Federconsumatori, sono stati presi in considerazione vari alimenti di largo consumo commercializzati nei punti vendita della Grande Distribuzione, rilevando appunto le differenze di prezzo. Per i prodotti light (che per poter essere definiti tali devono presentare un valore energetico ridotto di almeno 30% rispetto al normale), la maggiore differenza è stata rilevata nel costo dei wurstel (53%), alle patatine in busta (25%) e ai biscotti (23%). In media, hanno un costo superiore del 18% rispetti a quelli ordinari. Fra i prodotti senza lattosio, il latte costa il 39% in più, lo yogurt in confezione da due vasetti il 32% in più, le brioches confezionate costano il 59% in più. In media i prodotti senza lattosio costano il 29% in più rispetto a quelli ordinari.
Fra i prodotto biologici, la differenza di prezzo in media è del 60%. Il latte bio costa il 47% in più, la marmellata il 33% in più, un kg di farina arriva a costare il 96% in più (1,49 euro contro 0,76 centesimi), la polpa di pomodoro bio il 116% in più – si va da 0,95 euro del prodotto ordinario a 2,05 euro del pomodoro bio – i biscotti biologici costano il 58% in più (400 grammi hanno un prezzo medio di 3,39 euro) e gli spaghetti biologici costano in media 1,59 euro (più 87% su quelli normali).
I prodotti senza lievito hanno un costo medio superiore dell’82% rispetto a quelli ordinari, con le maggiori differenze di prezzo registrate per i biscotti (un pacco da 330 grammi costa 2,70 euro contro 1,15 euro: più 135%) e per le brioches confezionate, che costano il 141% in più (4,45 euro contro 1,85 euro). Il pane in cassetta costa il 67% in più, in media 2,99 euro contro 1,79 euro.
Notizia pubblicata il 23/04/2018 ore 17.26