Riciclare si deve e si può. Passi avanti se ne stanno facendo: oltre 1300 Comuni hanno superato il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti, 300 comuni sono riusciti a ridurre e riciclare il 90% dei rifiuti e fra le grandi città (quasi tutte stanno a guardare) spicca la novità positiva di Milano che ha superato il 50% di raccolta differenziata. “Comuni Ricicloni 2014” di Legambiente è stato presentato oggi e segnala che ormai c’è un comune virtuoso in ogni Regione.
comuni ricicloniSono ormai 1.328 i “campioni” nella raccolta differenziata dei rifiuti: il 16 per cento dei comuni d’Italia, per un totale di 7,8 milioni di cittadini, ha detto addio al cassonetto ed è pari al 13,7 per cento della popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria del riciclo e quindi la Green Economy (150 mila posti di lavoro). Per accedere alle classifiche dell’associazione ambientalista i comuni devono aver raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata. La classifica è poi costruita attraverso un indice di buona gestione dei rifiuti urbani: quest’anno per la prima volta i “primi della classe” sono almeno uno per ogni regione d’Italia, con l’unica eccezione della Valle d’Aosta, che non ha neanche un comune virtuoso.
Le regioni con la più alta concentrazione di Comuni ricicloni sono Veneto e Friuli Venezia Giulia, ma si segnala la crescita dei ricicloni nel centro sud, dove passano dal 15 al 20% del totale nazionale. Crescono in particolare i comuni virtuosi nelle Marche (+15% in un anno): qui, semplicemente, è stata applicata in maniera intelligente la legge nazionale, prevedendo un tributo di 20 €/tonnellata per i rifiuti urbani che finiscono in discarica, importo che viene modulato in base alle performance di raccolta differenziata raggiunte dai Comuni. Premi e penalità che i comuni sono invitati (applicando tariffe differenziate in funzione dei rifiuti prodotti da ciascuna famiglia) a trasferire ai cittadini, riducendo drasticamente le tariffe da pagare ai più virtuosi. Fra le esperienze segnalate da dossier c’è la diffusione delle nuove tecnologie, dai sistemi automatici di pesata e controllo nella raccolta differenziata alle app per smartphone e tablet, che “fanno prefigurare alla futura smart comunity che popolerà le città e i quartieri – spiega Legambiente – una amministrazione dei flussi di rifiuti che arriva a ricordare il giorno prima la frazione di rifiuto differenziata da preparare davanti alla porta di casa, la pesata del proprio condominio e i premi (riduzione di tasse) che si possono ottenere per chi riduce all’indispensabile i rifiuti non riciclabili”.
Ci sono poi le esperienze d’eccellenza dei Comuni “rifiuti free”, che sono riusciti a ridurre del 90% circa la quantità di rifiuti da smaltire: sono circa 300 quelli che nel corso del 2013 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato (la produzione media pro capite nazionale si aggira sui 550 chili annui) e non sono solo piccoli comuni: contano anche città come Empoli con i suoi 48 mila abitanti seguita dai trevisani Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto, tutti attorno ai 30 mila abitanti.
E le grandi città? Come al solito stanno a guardare, fatta eccezione per Milano che ha superato la soglia del 50% di differenziata nella prima metà dell’anno (prima in Italia e seconda in Europa dopo Vienna fra le città sopra il milione di abitanti) tanto da vedersi attribuire una “menzione speciale”: non è “riciclona” perché non ha superato il 65% di differenziata ma è sulla buona strada, attraverso una buona informazione anche multilingue, il porta a porta con bidoni condominiali, l’estensione a tre quarti della città della raccolta selettiva del rifiuto umido da cucina (da giugno appena esteso a tutta la città). Per dire: “Roma non sa ancora scegliere tra raccolta porta/porta spinta e sistemi pasticciati fondati ancora sul cassonetto che impediscono l’indipendenza dall’ennesima discarica”, sottolinea Legambiente.
Alla presentazione del rapporto c’è anche spazio per una critica nei confronti della prospettiva di posticipare gli obiettivi di raccolta differenziata. Dice l’associazione: “Legambiente trova inaccettabile e controproducente l’articolo del disegno di legge collegato alla legge di stabilità in discussione in Commissione ambiente della Camera dei deputati, che prevede di posticipare gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dal decreto legislativo 152 del 2006. Con la normativa ancora oggi vigente, infatti, dal 1 gennaio 2013 tutti i Comuni che non hanno raggiunto il 65% di differenziata pagano un’addizionale del 20% al tributo di conferimento in discarica. Con le disposizioni previste dal collegato ambientale alla legge di stabilità, invece, la multa verrebbe pagata solo a partire dal 2015 dai Comuni che non avranno raggiunto il 35% di differenziata nell’anno precedente, nel 2017 sarebbero coinvolti i Comuni che non avranno raggiunto l’obiettivo del 45% nell’anno precedente e nel 2021 quelli che non avranno raggiunto l’obiettivo del 65% nell’anno precedente”.
“La prima novità della classifica di quest’anno – ha detto Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – è il lento spostamento al centro sud della distribuzione geografica dei “ricicloni”, ancora saldamente insediata nel Nord Est, con metà dei comuni virtuosi. In particolare grazie alla crescita dei comuni marchigiani, che hanno applicato un sistema moderno di raccolta (porta a porta) e che usufruiscono degli sconti per lo smaltimento in discarica in base alle performance di differenziata. La seconda novità è la crescita del Comune di Milano: sfiora nel 2013 il 50% di differenziata. Con oltre un milione di abitanti serviti dal porta a porta, Milano è così la prima in Italia e la seconda in Europa dopo Vienna”. Sottolinea il presidente Vittorio Cogliati Dezza: “I 300 comuni “Rifiuti free”, dove cioè la popolazione riduce e ricicla più del 90% dei rifiuti che si producono mediamente per ogni italiano, dimostrano chiaramente che è possibile trasformare una vergogna in una eccellenza nazionale, anche nel ciclo dei prodotti e dei rifiuti. Un bel messaggio per il semestre italiano di guida europea. Ma dobbiamo decidere di intraprendere la strada anche di questa riforma nazionale e lasciare quella dell’ennesimo “condono”: chiediamo al Parlamento di abbandonare la strada che posticipa gli obiettivi di raccolta differenziata presente nel disegno di legge del collegato alla legge di stabilità e al Ministero dell’Ambiente di approvare il decreto della tariffazione puntuale”.

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