Fiducia e crescita sono fondamentali per uscire dalla crisi, ma nel mercato si sono aperte nuove prospettive che non si possono ignorare per andare finalmente al di là della recessione. L’e-commerce è una di queste e per cogliere tutte le sue potenzialità bisogna partire dal consumatore. E dal consumatore è partito il semestre europeo a guida italiana, dedicando uno dei primi eventi proprio alla sua tutela, con la conferenza internazionale “Cooperazione europea per l’applicazione della legislazione sui consumatori” che si è svolta a Roma il 7-8 luglio 2014.
Organizzata dall’Autorità Garante della Concorrenza italiana, il Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con la Commissione europea, la conferenza ha fatto il punto sulle prospettiva aperte dalla nuova direttiva sulla tutela dei consumatori, entrata in vigore in Italia il 13 giugno scorso.
Si parte dalle sfide del commercio elettronico. “Uno dei punti sottolineati dalla nuova direttiva è proprio lo sviluppo del mercato unico digitale che è l’unico in grado di permetterci una vera uscita dalla recessione – ha detto Roberto Liscia Presidente del Consorzio Netcomm – Il consumatore ormai è globale ed ha riassunto la proprietà del suo ruolo diventando sempre più centrale nell’azione dell’acquisto. Non a caso diciamo che nell’e-commerce l’azienda non deve vendere, ma puntare a creare una relazione di lunga durata con l’utente. In questo momento ci sono un miliardo e mezzo di persone che acquistano online e si stima che le vendite transfrontaliere crescano del 20% in più di quelle all’interno dei confini nazionali. Le imprese che vendono online attualmente sono 550mila, di cui soltanto 30mila sono italiane. Al di là dei limiti strutturali e culturali, in Italia purtroppo si sta creando una frattura tra grandi e piccole imprese di fronte al mercato digitale che dà vita ad un’asimmetria competitiva a favore delle prime”.
Liscia ha sottolineato l’importanza dell’omogeneità delle regole e dei sistemi di controllo, proprio perché il mercato digitale non è un ambiente democratico e rischia di creare facilmente difformità competitive. Le regole servono ad evitare questo rischio e ad affermare la certezza del diritto. “La nuova direttiva sulla tutela del consumatore pone nelle mani del consumatore stesso l’elemento fondamentale per creare fiducia. Questo però passa necessariamente dalla conoscenza delle regole che anche il consumatore in prima persona deve avere per affermare i propri diritti”.
Certo l’Italia, dal punto di vista delle regole, è abbastanza avanti rispetto ad altri Paesi europei. L’Antitrust italiano, oltre ai poteri sanzionatori e di enforcement, ha anche la possibilità di bloccare l’attività di operatori scorretti, di far oscurare siti che violano le regole (lo ha fatto di recente con oltre 160 siti che vendevano merce contraffatta). “A volte veniamo visti come quelli che vogliono ostacolare il business – ha detto Giovanni Calabrò, direttore generale della tutela del consumatore dell’Antitrust – Questo è successo nel caso della garanzia legale di Apple su cui siamo intervenuti insieme alle Autorità di altri Paesi. Sicuramente un punto centrale di questa discussione deve essere il confronto con le altre Autorità e con la Commissione Europea, per non rischiare di portare avanti azioni singole che vanno per conto loro e perdono di efficacia”.
“Con la direttiva 83/2011 l’Unione Europea ha dato un forte segnale agli oltre 800 milioni di consumatori europei – ha dichiarato Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – Siamo fortemente convinti che un commercio senza distorsioni e comportamenti scorretti, con diritti certi e tutele ampie, sia la prima difesa per i consumatori. Il forte interesse dell’UE sul commercio elettronico è emblematico, in quanto rappresenta sia il futuro delle transazioni sia perché ha un respiro di portata internazionale. Crediamo che l’Unione Europea possa e debba ancora intervenire su un aspetto complementare, ossia velocizzare le procedure di intervento e sanzione da parte delle Autorità nazionali, come la nostra Antitrust, nei confronti delle aziende e degli operatori che adottano comportamenti scorretti a danno dei consumatori e del libero mercato. Un esempio su tutti, nell’ultimo biennio l’Antitrust, grazie anche alle nostre segnalazioni, ha provveduto a far chiudere e sanzionare oltre duecento siti web che vendevano prodotti contraffatti. Un’azione fondamentale a tutela dei consumatori e delle aziende corrette. Siamo inoltre convinti che debba essere affrontato, con urgenza, il tema delle diseguaglianze nel mercato farmaceutico europeo”.
Se, quindi, le Autorità riusciranno a coordinarsi tra loro e a portare avanti azioni comuni, ovviamente con l’aiuto delle Associazioni dei consumatori che nel contesto della nuova direttiva diventano ancora più fondamentali, il consumatore potrà godere di diritti davvero avanzati. E poiché siamo nell’era dello “smart consumer”, in cui non c’è solo l’acquisto online, ma soprattutto la condivisione di commenti e pareri cui le stesse aziende rivolgono particolare attenzione, la prospettiva si capovolge. Non sono più le aziende che decidono i modelli di consumo, ma i singoli utenti che danno vita ad un consumo peer to peer. La nuova direttiva europea si inserisce in questo interessante contesto, dando al consumatore qualche strumento in più per esercitare la sua parte attiva stimolando magari anche quel sentimento di fiducia necessario a ripartire.


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