Big Data, Commissione UE invita i governi ad “aprirsi alla rivoluzione”
L’Europa deve aprirsi ai Big Data: il termine fa paura, ma in realtà quello della raccolta dei dati è un settore in forte crescita e bisogna sfruttarne le potenzialità. E’ quanto crede la Vicepresidente della Commissione Europea, nonché Commissaria alle tlc, Neelie Kroes che esorta i governi nazionali ad abbracciare la rivoluzione dei Big Data.
Ogni minuto il mondo genera dati per 1,7 milioni di miliardi di byte (pari a 360.000 DVD). Il settore dei dati cresce del 40% l’anno, 7 volte più velocemente del mercato generale dell’informazione e della comunicazione: i Big Data ci stanno già aiutando ad accelerare la diagnosi delle lesioni cerebrali, a trovare il posto ideale per installare un parco eolico, a evitare gli imbottigliamenti nel traffico o a prevedere i raccolti nei paesi in via di sviluppo. La tecnologia e i servizi mondiali dei Big Data arriveranno a 16,9 miliardi di dollari nel 2015 e grazie ai dati si potranno creare centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa. Le imprese che fondano i propri processi decisionali sulle conoscenze generate dai dati registrano un incremento di produttività del 5‑6%. Cittadini e imprese devono cercare di cogliere rapidamente i vantaggi di tutto questo potenziale.
La Commissione lavorerà con il Parlamento e il Consiglio per portare a termine la riforma delle norme dell’UE sulla protezione dei dati e arrivare all’adozione definitiva della direttiva sulla sicurezza delle reti e dell’informazione, al fine di garantire l’elevato livello di fiducia essenziale indispensabile per una florida economia basata sui dati.
Certo non mancano le criticità, anzi durante le consultazioni pubbliche sul tema sono emersi i seguenti problemi:
- assenza di coordinamento transfrontaliero
- infrastrutture e opportunità di finanziamento insufficienti
- carenza di esperti dei dati e delle relative competenze
- frammentazione ed eccessiva complessità del quadro giuridico
E per superarle la Commissione Europea ha proposto alcune azioni concrete:
- Istituire un partenariato pubblico-privato sui Big Data per finanziare idee rivoluzionarie, in settori come la medicina su misura e la tracciabilità degli alimenti dal produttore al consumatore
- Creare un incubatore di dati aperti (nell’ambito di Orizzonte 2020), per aiutare le PMI a dotarsi di catene di fornitura basate sui dati e incrementare il ricorso al cloud computing
- Proporre nuove regole sulla proprietà dei dati e sulla responsabilità della loro fornitura per i dati raccolti attraverso l’internet degli oggetti (comunicazione da macchina a macchina)
- Mappare gli standard sui dati, individuando le eventuali divergenze
- Istituire una serie di centri di eccellenza di supercalcolo per aumentare il numero dei professionisti dei dati in Europa
- Creare una rete di strutture per l’elaborazione dei dati in diversi Stati membri
Le azioni della Commissione saranno ampliate o proseguiranno
– con l’espansione degli investimenti per la tecnologia 5G (già 700 milioni di euro impegnati in un partenariato pubblico-privato) grazie ad accordi internazionali, come quello concluso in giugno fra la Commissione europea e la Corea del Sud
– con le iniziative “Grande coalizione per l’occupazione nel digitale” e “Aprire l’istruzione” per ovviare alla carenza di competenze
– con la pubblicazione di orientamenti sulle migliori pratiche per le autorità pubbliche in materia di dati aperti