Tango bond, JCI Capital Ltd: forse buone notizie per i risparmiatori
L’Argentina ha ancora trenta giorni per evitare il default e trovare un accordo con i suoi creditori, sia quelli che hanno accettato il concambio proposto nel piano di ristrutturazione del debito, ma anche con gli hedge fund americani che lo hanno rifiutato. La questione è complicata, ma secondo la società JCI Capital Ltd potrebbero giungere buone notizie per circa 50 mila risparmiatori italiani che non hanno accettato la perdita prevista del 70% del capitale investito.
Come si legge in una nota della società, “dopo la decisione della Corte Suprema Americana, che ha intimato all’Argentina di pagare 1,5 miliardi di dollari a favore di quei fondi (NML Capital, Aurelio e Blue Angel) che non hanno aderito alla ristrutturazione, potrebbero giungere buone notizie per circa 50mila risparmiatori italiani che nel 2005 e nel 2010 hanno rifiutato le pesantissime condizioni imposte da Buenos Aires, non accettando la perdita prevista del 70% del capitale investito. Per il principio del pari passu (clausola contenuta nella documentazione originale del bond), i creditori devono essere trattati allo stesso modo, quindi ogni volta che viene pagata una cedola a coloro che hanno accettato i nuovi bond, devono essere pagati anche coloro che non hanno accettato la ristrutturazione per l’ammontare pattuito dal bond originario, ovvero il totale visto che il titolo è scaduto”.
Nel frattempo nei giorni scorsi, con una pubblicità a pagamento sul quotidiano La Repubblica, il governo argentino ha avvisato i creditori italiani che è pronto a rimborsare gli “investitori che hanno aderito volontariamente allo scambio del debito nel periodo 2005-2010″. La Repubblica Argentina – concludeva il comunicato a tutta pagina – conferma nuovamente il proprio impegno di onorare i propri debiti nei confronti del 100% dei creditori in modo equo, giusto e legale”.
Quale l’analisi sulle novità per i tango bond? “Sembra essersi aperto uno spiraglio per una trattativa anche se ci sono molte questioni da affrontare – commenta Barbara Giani, analista di JCI Capital Ltd, società britannica che offre servizi di Asset Management, Consulenza agli Investimenti e di Capital Markets – La prima e più importante riguarda l’eventualità che altri creditori, che non hanno aderito alla ristrutturazione, possano pretendere il rimborso completo, come il fondo NML. I numeri a questo punto sarebbero molto diversi: onorare la sentenza comporterebbe infatti l’esborso di una cifra di soli 1,5 miliardi di dollari, importo molto contenuto rispetto ai 28-30 miliardi di dollari delle riserve attuali. Ma secondo il Ministro dell’Economia Axel Kicillof, se anche gli altri creditori pretendessero il pagamento, i numeri salirebbero velocemente fino a 15 miliardi di dollari rendendo impensabile e impraticabile la via del rimborso totale e immediato”.
L’analista sottolinea che non è ancora chiarito il punto che riguarda la clausola Rufo (i Diritti sulle offerte future) che scade il 31 dicembre: se l’Argentina accordasse ai creditori “ribelli” il pagamento totale dei bond, tutti i creditori che hanno accettato la precedente ristrutturazione potrebbero rivendicare l’intero pagamento e questo provocherebbe un nuovo default. Ma, spiega Giani, “secondo il fondo NML, questo argomento portato avanti da Buenos Aires è solo una provocazione: a loro avviso la clausola Rufo varrebbe solo se l’Argentina proponesse volontariamente condizioni migliorative ad alcuni dei suoi creditori. Ma in questo caso sarebbe solo onorata una sentenza imposta da un tribunale e quindi nessun altro creditore ristrutturato potrebbe vantare alcun diritto”.
“Come si vede la matassa è ben aggrovigliata, nonostante il tempo scorra velocemente – continua Giani – La soluzione migliore sarebbe forse quella dell’apertura di un negoziato, con un versamento parziale ed una “sospensione” della scadenza: è un compromesso di cui facciamo però fatica a vedere i termini. I risparmiatori italiani “ribelli”, che stanno portando avanti la propria causa presso l’ICSID, potrebbero avvantaggiarsi della sentenza favorevole emessa dalla Corte Suprema di New York, grazie al precedente creatosi, ma quelli che in precedenza hanno aderito alla ristrutturazione potrebbero anche rimanere danneggiati. Qualora infatti l’Argentina venisse oltremodo costretta a pagare tutto e subito, potrebbero delinearsi i presupposti di un ulteriore default sul debito già ristrutturato, ipotesi quest’ultima che la premier Fernandez ha per ora categoricamente smentito”.
L’analista sottolinea che novità importanti potrebbero arrivare nei prossimi giorni “sia in merito all’udienza in corso a Washington e relativa alla specifico “ricorso” in essere da parte dei 50mila italiani che non hanno aderito al concambio, sia in relazione allo sviluppo dell’eventuale negoziato tra Argentina e fondi avvoltoi. Mentre i risparmiatori “ribelli” premono per vedere riconosciuti i propri diritti, gli altri potrebbero rimanere danneggiati dalla vittoria dei primi. Non ci resta dunque che attendere pochi giorni o settimane per vedere chi resterà senza sedia, quando la musica terminerà”.
Il diritto per prima ad avere i soldi sono quelli che non hanno aderito a nessuna contrattazione perche non hanno preso neanche un centesimo, mentre gli altri che hanno aderito ricevono soldi dalla argentina.