La mossa, tanto attesa, del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi è arrivata: per la prima volta nella storia dell’euro, i tassi di interesse sui depositi diventano negativi. Per scongiurare il pericolo deflazione, infatti, Draghi ha tagliato i tassi portando quello principale a 0,15% (da 0,25%), quello sui depositi a -0,1% e il tasso marginale a 0,4% da 0,75%. E non è tutto: la BCE annuncia “ulteriori misure per migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”. 
Che significa che il tasso sui depositi è negativo? Che per le banche non è più conveniente lasciare il denaro nelle casse della BCE, ma è meglio impiegarlo nell’economia reale, quindi (si spera!) prestarlo a imprese e famiglie. Praticamente quello che si aspettava il mercato. Draghi ha precisato che i tassi resteranno ai “livelli attuali per lungo tempo”, ma non scenderanno oltre perché “è stato raggiunto il limite inferiore”.
Tra le altre misure straordinarie che sono state decise per sostenere l’economia, c’è lo stop alle sterilizzazioni per lasciare al mercato la liquidità aggiuntiva. Da 4 anni, infatti, la BCE attua operazioni settimanali con cui riassorbe la liquidità creata comprando titoli di Stato: un modo per drenare dal sistema – offrendo depositi fruttiferi alle banche – la liquidità immessa con i riacquisti di titoli di Stato nell’ambito del programma Smp, che ha dato ossigeno ai Paesi colpiti dalla crisi. Interrompendo questa prassi, la liquidità aggiuntiva resterà sui mercati e dovrebbe essere pari a 165 miliardi di euro.
Nuova liquidità, ma vincolata ai prestiti: Draghi ha anche annunciato nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine per il sistema bancario vincolando una parte dell’ammontare incassato al suo reimpiego nel credito per famiglie e imprese. Le aste saranno “una serie” e avranno tutte maturità al settembre 2018. Le controparti avranno diritto di prendere a prestito il 7% dell’ammontare delle loro esposizioni al settore non finanziario (mutui esclusi) al 30 aprile 2014: 400 miliardi di euro.
Le due aste si terranno a settembre e dicembre prossimo. In aggiunta, tra marzo 2015 e giugno 2016 le banche potranno accedere a liquidità – a cadenza trimestrale – pari a tre volte il saldo netto dei loro nuovi finanziamenti (cioè la differenza tra nuovi prestiti meno estinzioni).
Accelera poi il lavoro legato all’acquisto delle Abs, gli strumenti finanziari obbligazionari che sono garantiti da un sottostante, garantiscono una cedola e vengono rimborsati alla scadenza, emessi per coprire dei prestiti.


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