Forum PA, Madia: “Nuove risorse per sbloccare i contratti”
Risponde a tutti e dodici gli interventi dei relatori intervenuti al convegno inaugurale del 25° Forum PA, Marianna Madia, Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione. Risponde anche al fuori programma sindacale della Usb (Unione Sindacale di Base) i cui rappresentanti sono saliti sul palco per manifestare il loro dissenso riguardo al blocco dei contratti fino al 2020, come previsto dal DEF. Proprio su questo punto, la Madia tranquillizza dicendo che “nel Documento di Economia e Finanza non figura alcun blocco dei contratti della Pubblica Amministrazione fino al 2020, mentre i 44 punti della riforma della PA non prevedono alcun taglio agli investimenti e alle risorse. Replicando ancora alle richieste dei lavoratori dell’Usb, ha sottolineato che “è un’ingiustizia che i contratti siano bloccati dal 2009. Così come trovo ingiusto che ci siano tante ragazze e ragazzi, vincitori di concorso, non assunti.
Ed è una gravissimo avere così tanti precari nella PA”. Questa situazione, precisa il Ministro è dovuta al fatto che per troppi anni nella Pubblica Amministrazione “non ci sono stati canali sani di accesso”. “Purtroppo”, precisa, “questi non sono problemi che si risolvono in un attimo. Nonostante ciò cerchiamo ogni giorno soluzioni concrete”. Al momento i contratti della pubblica amministrazione sono bloccati fino al 2014 ma con la riforma “sarà possibile reperire nuove risorse attraverso efficienza ed efficacia dello Stato”. Altra questione scottante è quella del ricambio generazionale nel pubblico impiego. Qui “si tratta di capire che nella PA non si può rimanere a lavorare oltre l’età della pensione”. Dati alla mano, si stima infatti che da qui al 2018 circa 10-13mila persone rimarranno nella PA oltre l’età della pensione: “Ci sono amministrazioni che hanno bisogno di competenze, pensiamo alla digitalizzazione, che oggi non hanno al loro interno. Chiediamo perciò collaborazione generazionale. Niente uscite traumatiche o mobilità coatta ma solo la volontà di far funzionare la mobilità volontaria”.
Di Elena Leoparco