Più garanzie sul consenso all’acquisto, più trasparenza e tutela nei contratti a distanza, in particolare nelle vendite online e al telefono, un diritto di ripensamento che passa da 10 a 14 giorni e divieto di applicare al consumatore aumenti di costi per acquisti effettuati con carte di credito o bancomat: è ormai vicina la data del 13 giugno, quando entrerà in vigore la direttiva europea sui diritti dei consumatori. L’attività di vigilanza sull’applicazione delle norme e sulle sanzioni per le pratiche scorrette è affidata all’Antitrust.
Le nuove norme prevedono più garanzie sul consenso all’acquisto: nei contratti via telefono, ad esempio, il consumatore sarà vincolato solo dopo aver firmato l’offerta e averla accettata per iscritto. Il settore che più trarrà beneficio dall’aumento delle tutele sarà sicuramente quello dei contratti a distanza, delle vendite online e per telefono, di quelle negoziate al di fuori dei locali commerciali, come le vendite porta a porta e a domicilio.
Le novità potrebbero avere un impatto positivo sul commercio elettronico: secondo recenti dati di Netcomm, in Italia nel 2013 si conta 12 miliardi di euro di fatturato per il commercio elettronico con un tasso di crescita del 20%, alimentato soprattutto dagli acquisti via smartphone e tablet, cresciuti con percentuali a tre cifre attraverso l’uso delle app. L’Italia, ha evidenziato l’indagine, non è fra i primi paesi europei per diffusione del commercio elettronico ma ha forti potenziali di crescita. In questo contesto, ricadono positivamente le novità previste dall’entrata in vigore della direttiva europea 2011/83/UE sui diritti dei consumatori.
Come spiega il Ministero dello Sviluppo economico, dal 13 giugno – data di entrata in vigore della maggior parte delle nuove disposizioni – sono previste maggiori informazioni precontrattuali per i consumatori, in particolare, nei contratti a distanza e negoziati al di fuori dai locali commerciali. Tra le principali novità si segnala il diritto di ripensamento che il consumatore può esercitare entro un termine più ampio dagli attuali 10 giorni a 14 giorni. Nel caso in cui poi il consumatore non sia stato preventivamente informato sul diritto al ripensamento, il recesso viene  esteso dagli attuali 60 e 90 giorni – rispettivamente dalla conclusione del contratto o dalla consegna del bene – a ben dodici mesi. In caso di recesso, il venditore ha meno giorni (dagli attuali 30 a 14 giorni) per restituire le somme versate dal consumatore. Quest’ultimo disporrà   di più tempo – 14 giorni invece che 10 – per restituire il bene.
Altra importante novità riguarda il divieto di applicare al consumatore aumenti di costi per acquisti effettuati con carte di credito o bancomat. Un analogo divieto è previsto per la tariffa telefonica su linee dedicate e messe a disposizione del consumatore da parte del venditore, in caso di vendite dirette o a distanza.


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