Pomezia, menu senza dolce per i bimbi più poveri. Si leva la protesta
Alimenta polemiche e proteste, e non poteva essere altrimenti, il caso del “doppio menu” previsto nelle scuole del Comune di Pomezia, dove l’amministrazione a guida Movimento 5 Stelle ha deciso di prevedere due pranzi diversi per i bambini delle scuole dell’infanzia e delle primarie, due menu paralleli che si differenziano in base alla presenza del dessert: uno è meno caro, da quattro euro, senza dolce, e l’altro da quattro euro e 40 cent, comprensivo del dolce. Una vera e propria discriminazione a danno dei più indigenti, è il senso della protesta generale che si è levata nei confronti del provvedimento, difeso dal sindaco grillino come “una decisione presa con i rappresentanti dei genitori”.
L’indignazione però è forte. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti la affida anche a un tweet: “Dire a un bambino tu non puoi mangiare il dolce perché il papà e la mamma non possono pagare 40 centesimi in più è una cosa barbara”, scrive sul social network.
“Decisione vergognosa e discriminatoria”, commenta Federconsumatori. “40 centesimi. È questo il prezzo della discriminazione imposto dall’amministrazione del Comune di Pomezia.Una misura vergognosa quella che vede la differenziazione del menu a mensa per i bambini, a seconda del reddito – denuncia l’associazione – Un’idea vergognosa, ai limiti dell’assurdo, che non si riesce a capire nemmeno come possa esser stata concepita”.
“Si vogliono sottrarre le caramelle ai bambini, è proprio il caso di dire, ma solo a quelli più poveri, per di più esponendoli all’umiliazione davanti ai loro compagni – dichiara Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori – Chiediamo di ritirare immediatamente questa decisione ridicola e discriminatoria.In caso contrario siamo pronti ad avviare tutte le opportune azioni legali del caso, come del resto abbiamo già fatto ad Adro, quando alcuni alunni furono messi a pane e acqua perché i genitori non avevano pagato le rette della mensa scolastica”.