Autorità Energia: in due anni 2,8 miliardi di euro di gettito da Robin Hood Tax
In due anni sono arrivati 2,8 miliardi di euro di gettito dalla Robin Hood Tax, dei quali oltre l’80% da società di energia elettrica e gas. “La maggiorazione Ires introdotta con la Robin Hood Tax ha determinato, nel biennio 2011-2012, un gettito stimato di oltre 2,8 miliardi di euro, dei quali 2,4 da imprese del settore elettrico e del gas e circa 400 milioni da società petrolifere”: è quanto afferma la Relazione annuale sull’attività di vigilanza svolta nel 2013 dall’Autorità per l’energia sul divieto di traslazione della maggiorazione Ires sui prezzi al consumo.
Dal rapporto, il sesto inviato al Parlamento dall’Autorità dopo l’introduzione della Robin Hood Tax nel 2008, emerge la progressiva diminuzione, a seguito di diversi interventi normativi, del numero di operatori vigilati dai 552 del 2009 ai 386 nel 2012, mentre dall’esercizio 2013 il dl 101/13 ha previsto accertamenti a campione sulle imprese con fatturato superiore a 482 milioni di euro, confermando però il divieto di traslazione per tutti i soggetti incisi dalla maggiorazione.
Rispetto agli accertamenti sul divieto di traslazione, la Relazione sottolinea che “il monitoraggio svolto per il triennio 2010-2012 ha evidenziato ancora una volta che una parte dei soggetti vigilati ha adottato politiche di prezzo che generano un incremento dei margini non sufficientemente motivato”. In particolare, per l’esercizio 2010, la Direzione Osservatorio, Vigilanza e Controlli dell’Autorità, in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, ha inviato richieste di motivazioni a 87 società che presentavano indizi di traslazione; di queste, 14 hanno fornito risposte esaustive, mentre nei confronti delle altre 73 sono previsti ulteriori approfondimenti. L’addizionale IRES corrisposta da queste 73 società per il 2010 è di 42,3 milioni di euro (su un totale di 527 milioni di euro) e rappresenta l’entità massima di una possibile traslazione.
Per l’esercizio 2011, su 401 soggetti vigilati, è stata riscontrata una variazione positiva del margine di contribuzione in 144 casi. L’addizionale IRES dovuta da questi operatori ammonta a circa 508 milioni di euro (su un totale di 1.482 milioni di euro) dei quali 146 milioni sono relativi al settore petrolifero e 362 a quello dell’energia elettrica e gas. Ai soggetti che presentano maggiori indizi di traslazione stanno per essere trasmesse specifiche richieste di motivazione per svolgere gli ulteriori approfondimenti necessari a individuare i casi di possibili condotte traslative. L’Autorità ricorda però che rispetto all’eventuale violazione del divieto di traslazione non ha poteri sanzionatori e – come ribadito anche dal Consiglio di Stato – il suo intervento ha portata solo conoscitiva e referente nei confronti del Parlamento.
Se la traslazione in bolletta dovesse essere confermata, gli importi indebitamente pagati dovranno essere restituiti, affermano Federconsumatori e Adusbef: “Già dal 2008 sospettavamo e avevamo manifestato il timore che molte aziende (petrolifere ed energetiche) avessero effettuato un processo di traslazione della Robin Tax sulle tariffe e sui prezzi energetici. L’Autorità dell’Energia oggi conferma la possibilità che nel 2011 ben 144 società energetiche siano ricorse a questo inqualificabile comportamento, che avrebbe portato a riversare sui cittadini fino a 508 milioni di euro”. Le due associazioni chiedono all’Autorità di proseguire nelle sue indagini e al Governo di provvedere con urgenza per dotare l’AEEG di pieni poteri sanzionatori e risarcitori. “Solo così, infatti, una volta accertate le violazioni, le aziende potranno essere multate stabilendo l’obbligo di restituire nelle tasche dei cittadini fino all’ultimo centesimo sottratto indebitamente – proseguono Federconsumatori e Adusbef – Ovviamente continueremo a vigilare ed insistere affinché ciò avvenga in tempi rapidi”.