Gli ostacoli fiscali rappresentano una delle ragioni principali che frenano la mobilità dei cittadini europei all’interno dell’Unione. Nel corso dell’anno, la Commissione europea effettuerà una valutazione dei regimi fiscali degli Stati membri per stabilire se essi portano svantaggi e discriminazioni nei confronti dei cittadini europei che vivono in uno Stato diverso dal proprio. Sarà dunque valutato se i cittadini sono penalizzati e tassati più pesantemente a causa della loro mobilità.
I cittadini possono essere penalizzati fiscalmente, sia nello Stato di origine che in quello di residenza, in modi diversi: per l’ubicazione dei loro investimenti o per un semplice cambiamento di residenza, per i contributi pensionistici o il percepimento della pensione, per le attività professionali indipendenti svolte in un diverso Stato, per il rifiuto di determinate agevolazioni o detrazioni fiscali.
La normativa fiscale dei singoli Stati membri sarà dunque analizzata per verificare eventuali discriminazioni nei confronti dei cittadini UE che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio. Sarà esaminata la situazione sia dei lavoratori autonomi e dipendenti sia dei pensionati.
La mobilità dei lavoratori, evidenzia la Commissione europea, è stata riconosciuta come una delle principali potenzialità per aumentare la crescita e l’occupazione in Europa. Secondo le stime, il PIL dell’UE-15 è aumentato di quasi l’1% nel lungo periodo per effetto della mobilità seguita all’allargamento (2004-2009). Tuttavia, gli ostacoli fiscali rimangono uno dei principali elementi che dissuadono i cittadini dal lasciare il proprio paese di origine per cercare lavoro in un altro Stato. Gli ostacoli fiscali possono presentarsi sia nello Stato di origine che nel nuovo Stato di residenza.
Se dalla valutazione dovessero emergere discriminazioni o violazioni delle libertà fondamentali garantite dall’UE, la Commissione le segnalerà alle autorità nazionali e si adopererà affinché vengano apportate le necessarie modifiche. Se i problemi persisteranno, la Commissione potrà avviare procedimenti di infrazione. Ha commentato Algirdas Šemeta, Commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode: “Le norme UE sono chiare: tutti i cittadini dell’UE devono essere trattati in modo equo all’interno del mercato unico. Non possono esserci discriminazioni e il diritto dei lavoratori alla libera circolazione non deve essere ostacolato. Abbiamo il dovere di garantire ai cittadini che tali principi siano tradotti in pratica nelle legislazioni fiscali di tutti gli Stati membri.”


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