Confcommercio: aumenta disagio sociale. Consumatori: è allarme per le famiglie
Aumenta il disagio sociale. Lo dicono il senso comune, i dati quasi odierni sulla disoccupazione e sulla contrazione del potere d’acquisto delle famiglie, e lo ribadisce il Misery Index Confcommercio, la rilevazione mensile del disagio sociale, calcolato valutando la disoccupazione estesa e la variazione percentuale dei prezzi di beni e servizi ad alta frequenza di acquisto: a novembre il Misery Index è stimato a 21,4 punti, in aumento di 0,3 punti rispetto a ottobre. Responsabile è la crescita di 0,3 punti della disoccupazione estesa, mentre l’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto rimane invariata allo 0,8% rispetto al mese precedente.
“I dati odierni di Confcommercio sul disagio sociale nel nostro Paese confermano, ancora una volta, una situazione di estremo allarme in cui si trovano le famiglie – commentano Federconsumatori e Adusbef – Un andamento che, come denunciamo da tempo, non si limita ad intaccare lo stile di vita, le abitudini ed i consumi dei cittadini, ma continua a produrre effetti deleteri per l’intero sistema economico, che ormai da anni deve fare i conti con una forte crisi della domanda di mercato”.
Gli indicatori economici rilanciati dalle due associazioni parlano chiaro: il tasso di disoccupazione si attesta ormai a livelli record, pari al 12,7% e al 41,6% fra i giovani; il Pil è in calo su base annua; i consumi sono stimati dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori in flessione dell’8,1% nel biennio 2012-2013; le aziende fallite sono oltre 10 mila nei primi nove mesi dell’anno scorso.
“Un vero e proprio bollettino di guerra, che potrebbe continuare ancora elencando una miriade di dati, tutti concordi nel dimostrare come il Paese necessiti di un intervento deciso e concreto in direzione della ripresa”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, per i quali per il 2014 si prospetta già una stangata di quasi 1400 euro a famiglia per l’aumento di prezzi e tariffe. Le due associazioni ribadiscono dunque quanto vanno chiedendo da tempo: attuare tagli agli sprechi, alle inefficienze, ai privilegi; potenziare la lotta all’evasione fiscale; intervenire sulle speculazioni delle filiere produttive, che continuano a determinare aumenti ingiustificati di prezzi e tariffe.