Diritto d’autore online, ok a nuovo regolamento Agcom: AACC ricorreranno al Tar
Via libera dal Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni al nuovo regolamento sul diritto d’autore online che entrerà in vigore il 31 marzo 2014: adottato all’unanimità, “il provvedimento non riguarda gli utenti finali, quindi non incide in alcun modo sulla libertà della rete” spiega l’Agcom.Il Movimento Difesa del Cittadino e Altroconsumo, invece, contestano il regolamento e annunciano ricorso al Tar.
Il nuovo regolamento usa il pugno duro contro le azioni massive di pirateria digitale, ma nel pieno rispetto del principio del contraddittorio: per aprire il procedimento è richiesta un’istanza da parte del titolare del diritto, quindi l’Autorità non agirà d’ufficio. E’ escluso che i provider siano chiamati a svolgere attività di monitoraggio della rete. Non solo i provider, ma anche l’uploader e i gestori della pagina e del sito internet possono far concludere la procedura attraverso l’adeguamento spontaneo e presentare controdeduzioni. Gli atti vengono archiviati se il titolare del diritto si rivolge all’Autorità giudiziaria.
Le misure inibitorie, che sono quelle previste dal decreto legislativo n. 70 del 2003, saranno improntate a criteri di adeguatezza, gradualità e proporzionalità.
Il regolamento dell’Agcom “si fonda inoltre sulla convinzione che la lotta alla pirateria non possa limitarsi all’opera di contrasto, ma debba essere accompagnata da una serie di azioni positive volte a creare una cultura della legalità nella fruizione dei contenuti. In questo senso potrà operare l’apposito Comitato tecnico, formato da rappresentanti di tutti gli stakeholder e delle istituzioni interessate, che avrà il compito di favorire forme di autoregolamentazione finalizzate all’educazione degli utenti e alla promozione dell’offerta legale”.
Ricordiamo che la genesi di questo regolamento non è stata semplice e, soprattutto, ha scatenato più di una reazione contraria. In particolare, diverse associazioni che si battono per la libertà della rete, hanno contestato la legittimità dell’Agcom di intervenire su questa materia, molto delicata e fondamentale per le società moderne, senza un intervento del Parlamento in merito. Inoltre il regolamento approvato, che nei mesi scorsi è stato posto a consultazione, è considerato inopportuno e inappriopriato.
Di questo gruppo fanno parte diverse Associazioni dei consumatori: la loro posizione resta decisamente critica rispetto al regolamento dell’Agcom.
Help Consumatori ha chiesto un commento a Marco Pierani di Altroconsumo e a Francesco Luongo del Movimento Difesa del Cittadino, che si occupano del settore delle telecomunicazioni. La loro opinione non è affatto cambiata, anzi è piuttosto netta nel criticare il provvedimento dell’Agcom: “Le modifiche dichiarate dall’Agcom sono minime (alcune) e addirittura peggiorative (altre) per cui il nostro giudizio rimane negativo. C’è la possibilità che questo strumento venga usato contro la libertà di informazione. Inoltre – spiega Pierani – il procedimento giudiziario previsto dal regolamento contro chi viola il diritto d’autore online, è del tutto sommario: le tutele per i soggetti contro cui vengono aperti i procedimenti sono minori perché il processo è veloce e sommario ed è difficile in tempi brevi riuscire a presentare argomentazioni per potersi tutelare”.
“Poi c’è un’altra cosa: al di là di quello che dice l’Agcom non c’è nulla di concreto sulla promozione del mercato legale dei contenuti online, cosa che noi sollecitiamo perché non siamo a favore della pirateria”. Pierani sottolinea quindi i punti in cui questo regolamento potrebbe essere lesivo di alcuni diritti e libertà civili. “Noi ricorreremo al Tar impugnando il regolamento anche perché l’Agcom non è legittimata ad intervenire in materia. Anche i provider sono critici rispetto a questo provvedimento perché non c’è nessuna analisi dell’impatto economico che avrà quando entrerà in vigore. Loro temono che i costi verranno scaricati proprio sui provider”.
“Purtroppo gli editori ritengono erroneamente che con questo provvedimento si vada a colpire la pirateria, mentre non si colpiscono quelle distorsioni di mercato, come quella delle windows (finestre temporali in cui vengono messi contenuti culturali prima che vadano sul mercato). Questo dimostra come i detentori dei diritti non vogliano sostenere lo sviluppo di un mercato digitale vero ed utilizzano l’alibi della pirateria per avere lo sceriffo della rete, ostacolando l’innovazione”.
“Siamo assolutamento contrari alla istituzione di questo vero e proprio Tribunale speciale della rete fatto dall’Autorità, e al comitato tecnico dalle funzioni nebulose che ricordano quelle di un istituto di “rieducazione” per gli utenti della rete – dichiara Francesco Luongo di MDC – Riteniamo violate le prerogative del Parlamento, unica istituzione legittimata a legiferare in materia, nonché il diritto dei cittadini utenti della rete di vedersi giudicati da un giudice e non da un funzionario dell’Autorità. Il tutto in un settore in cui è predominante l’aspetto della libertà di espressione costituzionalmente tutelato”.
Il nuovo regolamento è invece apprezzato dagli editori italiani, da tempo impegnati nella difesa della proprietà intellettuale e del prodotto editoriale, come testimoniato dalle recenti iniziative realizzate in collaborazione con la Guardia di Finanza in materia di contrasto alla pirateria online . Secondo la FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali) i timori della vigilia e le polemiche spesso strumentali che hanno accompagnato il regolamento sembrano definitivamente fugati.
“L’Autorità di Garanzia per le Comunicazioni – dichiara Giulio Anselmi, Presidente della FIEG – ha optato per una soluzione di grande equilibrio e trasparenza, non solo attraverso l’incentivazione di una più ampia offerta legale e la promozione di iniziative informative e di educazione alla legalità ma anche, e soprattutto, attraverso la previsione di efficaci misure di enforcement che, a nostro avviso, coniugano perfettamente la difesa della libertà della Rete con l’eliminazione di comportamenti parassitari e profittevoli a spese altrui, secondo il canone di proporzionalità.” “É evidente – prosegue Anselmi – che il contesto in cui sono stati definiti i tradizionali diritti di proprietà intellettuale è totalmente mutato nell’era digitale. Per rimanere in ambito editoriale, ogni prodotto del lavoro giornalistico (sia esso sotto forma di scritto, di video o di audio) ha oggi una diffusione senza confini di spazio, tempo e quantità. Tuttavia, in assenza di una rinnovata definizione dei diritti di proprietà intellettuale, questa straordinaria opportunità si accompagna ad un azzeramento del valore di ciascun contenuto, ove replicato senza ritorni economici per il suo creatore.” “Libertà d’espressione senza alcuna censura e rispetto dei diritti di proprietà intellettuale possono e devono convivere – conclude Anselmi – É, questo, un patrimonio comune che ci accompagna sin dal secolo dei Lumi ed è ancora più importante che lo sia nell’era digitale.”
Grande soddisfazione anche da parte di Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia: “Oggi si apre una nuova era per la cultura italiana. La consideriamo una vittoria epocale della cultura italiana contro i pirati e chi li sostiene, della legalità contro la criminalità organizzata, dell’Italia che lavora contro quella che fa demagogia. Ora possiamo serenamente lavorare con le aziende di Information e Communication Technology per sviluppare nuovi modelli di business e aumentare l’offerta della produzione culturale italiana”.
“L’industria culturale – continua – è a disposizione per fare la sua parte nel rispondere alle esigenze tecnico-operative del provvedimento. Per gli utenti cambierà poco: avranno solo maggiore difficoltà a trovare contenuti pirata online e più facilità a reperire quelli legali. Per i delinquenti e per chi si è arricchito a spese di chi lavora per la cultura cambierà invece molto”.
Secondo Rodolfo De Laurentiis, Presidente di Confindustria Radio Televisioni, quello di oggi è stato “un momento molto importante che da certezza al quadro normativo in Italia. La tutela del copyright è uno degli obiettivi fondanti di Confindustria Radio TV. Nell’apprezzare la qualità del lavoro svolto, siamo quindi pronti a dare il nostro contributo nella prima fase di applicazione affinchè tutto il comparto possa cogliere le opportunità di crescita che scaturiscono dai nuovi scenari digitali”.
@Anto_Gior