A Roma tornano le “targhe alterne”: oggi divieto di circolazione per le targhe dispari e domani, mercoledì 11 dicembre, per le targhe pari. Il provvedimento è motivato dagli alti livelli di inquinamento atmosferico. “Sono consapevole che l’introduzione delle targhe alterne sia un intervento che può creare disagi – ha dichiarato il Sindaco di Roma Ignazio Marino – ma sono altrettanto consapevole e convinto del mio ruolo di Garante della salute dei cittadini. In questi giorni l’inquinamento atmosferico a Roma ha raggiunto livelli di guardia e l’esposizione alle polveri sottili rischia di rappresentare una minaccia concreta per la salute”.
A fronte del provvedimento, l’Unione Nazionale Consumatori sottolinea la necessità di trovare soluzioni di lungo periodo e non “escamotage dell’ultima ora”. “Di inquinamento si può morire, ma siamo sicuri che la soluzione siano le targhe alterne?”, si chiede Dino Cimaglia, responsabile del Comitato di Roma e del Lazio dell’Unione Nazionale Consumatori, riferendosi alla decisione del Comune di Roma, causata dal superamento dei limiti consentiti dalla normativa vigente di polveri inalabili (PM 10) e di biossido di azoto (NO2).
“Un recente studio europeo, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet – aggiunge Cimaglia – conferma la decisione dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’OMS di classificare l’inquinamento atmosferico come cancerogeno, il che evidenzia l’esigenza, ancora di più in una città come Roma in cui la qualità dell’aria è tra le peggiori del Paese, di stabilire una seria politica di contenimento delle emissioni. Non possiamo illuderci, però, che la soluzione sia il blocco delle auto che crea soltanto disagi ai cittadini che, ricordiamo, il più delle volte sono costretti ad utilizzare mezzi propri per andare al lavoro a causa delle inefficienze del servizio pubblico. Ci appelliamo al senso di responsabilità dell’amministrazione comunale – conclude Cimaglia – affinché si impegni a trovare soluzioni alternative in grado di produrre effetti di lungo periodo e non l’ennesimo escamatoge dell’ultima ora, utile solo sul piano mediatico, che contribuisce a peggiorare la qualità della vita dei cittadini”.


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