Si sta svolgendo oggi a Torino il Congresso nazionale di Assoutenti, dal tema “Consumiamo meno, meglio, tutti!”. La giornata è divisa in due sessioni lavorative.
Nella mattinata si è parlato de “I Servizi Pubblici intesi come beni comuni: ruolo dello Stato e regole del mercato”, della protezione giuridica e costituzionale dei consumatori, della lotta allo spreco e alla povertà per una “crescita felice”. Il pomeriggio è invece dedicato a una tavola rotonda su “Consumatori 2.0: codici etici, rischi e opportunità nell’utilizzo della rete da parte di giovani e adolescenti”.
“Il confronto che proponiamo oggi attraversa tre capisaldi del nostro modo di fare associazione di consumatori e utenti – ha detto nella sua relazione il presidente dell’associazione Furio Truzzi – Il primo concerne una particolare idea di servizio pubblico inteso come bene comune e garanzia di servizio universale; il secondo riprende un tema centrale del nostro lavoro dall’ultimo congresso quello della protezione costituzionale dei diritti dei consumatori; il terzo infine appartiene alle nostre più recenti battaglie e al filone storico del consumo critico e intelligente che si misura nella lotta contro lo spreco e la povertà, per la pari dignità di tutti i consumatori e di una nuova economia capace di lasciarsi alle spalle i miti produttivistici e consumistici del 900”.
Il primo focus si è concentrato sull’idea di servizio pubblico inteso come comune e garanzia di servizio universale. Dopo aver ricordato i disagi causati dallo sciopero dei trasporti a Genova, la relazione sottolinea le conseguenze di un “federalismo sbrindellato” e delle differenze fra gli stessi paesi dell’Unione europea: “Nella Ue, come nel nostro Paese, sembra primeggiare più un modello di divergenza piuttosto che di convergenza nelle politiche dei servizi pubblici. I cittadini consumatori e utenti europei e italiani non hanno pari opportunità nella fruizione dei servizi e questa diseguaglianza crea situazioni di vera e propria ingiustizia delle condizioni di cittadinanza nei trasporti, nella scuola, nella sanità e in tutti i servizi pubblici compreso il credito, le telecomunicazioni e le forniture di energia”.
La riflessione conclusiva riguarda la prospettiva di una partecipazione azionaria diretta degli utenti dei servizi pubblici. Spiega Truzzi: “Lasciamo aperta alla riflessione del congresso un’altra opzione complementare: la prospettiva inedita di una partecipazione azionaria diretta degli utenti alle aziende di servizi e non più mediata dalla pubblica istituzione sia questa lo stato piuttosto che il comune, in analogia con quanto sta avvenendo nel welfare dove lo stato sociale viene via via sostituito dalla comunità sociale. Una partecipazione azionaria che consenta all’utente di immedesimarsi davvero con la proprietà del bene comune, di un servizio che è “suo” e non di un altro e dove imbrattare i vagoni è un po’ come scrivere sui muri di casa propria. Una cogestione del servizio “dall’interno”, una new public company dove gli utenti-azionisti siedono nel consiglio di amministrazione e dunque sono in grado di influenzare il processo di formazione delle scelte che per quanto partecipate, nel modello tradizionale, sono spesso calate sulla testa degli utenti nonostante le buone intenzioni etiche dell’impresa”.
Assoutenti ritiene dunque che il dibattito attorno alla proprietà pubblica delle reti e delle infrastrutture rispetto alla gestione “privatistica” del servizio assegnata tramite gare debba fare un passo avanti e seguire il modello milanese, dove l’azionariato pubblico e privato concorrono alla buona gestione del servizio, in un sistema tripolare dove regole, players e users assicurano l’efficienza e l’universalità del servizio. Di fronte alle difficoltà del trasporto locale, l’associazione sostiene la necessità di un processo di concentrazione tra “municipalizzate” di Torino, Milano, Genova e Trenitalia per fare massa critica e una unica grande azienda della mobilità del nord-ovest che riesca a competere nelle gare pubbliche ove prima o poi parteciperanno i colossi europei francesi e inglesi.
Un secondo focus riguarda la protezione giuridica e costituzionale dei diritti del consumatore. Assoutenti ricorda l’empasse delle azioni di classe, il fatto che sia ancora troppo piccolo il numero dei consumatori che aderisce alla mediazione sia in termini assoluti sia in relazione al numero dei procedimenti giudiziari, mentre sul fronte della conciliazione “crediamo ci si debba preoccupare della involuzione in atto che a nostro avviso tende a eliminare uno dei due modi di conciliare (quello definito paritetico). Fino all’entrata in vigore della nuova direttiva europea vi era una coesistenza tra la conciliazione cosiddetta paritetica e quella monocratica o con il conciliatore terzo estraneo alle parti”. Quale dunque la proposta dell’associazione? “Assoutenti ritiene che si possa costruire un nuovo dispositivo che, considerando i due precedenti, definisca una conciliazione di primo livello fatta tra rappresentanti dell’impresa e rappresentanti del consumatore e una di secondo livello presso le autorità di settore o le camere di commercio. In attesa di una riforma della conciliazione, a direttiva europea vigente, il percorso più concreto in grado di garantire la pariteticità e la sussidiarietà potrebbe essere quello di demandare al massimo momento di partecipazione imprese – consumatori, Consumer’s Forum, la costituzione di organismi adr che possano fare sintesi delle due modalità conciliative”.
Per l’associazione è fondamentale garantire la protezione del cittadino-consumatore come soggetto economico e sociale al pari di quella del cittadino-lavoratore e del cittadino-imprenditore e per questo viene proposta una modifica dell’articolo 3 della Costituzione. L’art. 3 della Costituzione prevede che ‘è diritto di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese’, e ciò che Assoutenti vorrebbe è estendere tale prerogativa a tutti i cittadini. “Sarà necessario – afferma Truzzi – promuovere un disegno di legge di iniziativa costituzionale per togliere la parola lavoratori dal secondo comma dell’art. 3, non per limitarne la libertà, ma per estenderla a tutti i cittadini che in quanto consumatori e utenti hanno diritto quanto gli altri a una effettiva partecipazione politica, economica e sociale alla vita del Paese”.
Il terzo focus affrontato dall’associazione riguarda il filone del consumo critico e intelligente che si misura nella lotta contro lo spreco e la povertà, per la pari dignità di tutti i consumatori e di una nuova economia capace di lasciarsi alle spalle i miti produttivistici e consumistici del 900. “Una economia che non soggiaccia alla tirannia invisibile del mercato, che non uccida gli uomini come denuncia Papa Francesco nella sua esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” e sia invece rispettosa dell’Ambiente e di uno sviluppo sostenibile”.
“Assoutenti non ha mai cavalcato il consumismo fine a se stesso – dichiara Furio Truzzi – e consumare meno vuol dire educare i molti che sprecano il cibo, i vestiti, i generi di largo consumo, a consumare meglio affinché i molti che consumano peggio o non “consumano” affatto possano consumare, perché nel consumo di tutti, nella qualità dei consumi, nel vivere il consumo come uno dei tanti bisogni che abbiamo e non come nostro unico bisogno è possibile pensare a una crescita felice. Questa è la prospettiva che proponiamo – conclude Truzzi –  la vision per il nostro lavoro dei prossimi anni accompagnata da una formidabile campagna educativa al consumo critico e sostenibile in particolare nel settore finanziario affinché i cittadini consumatori e utenti sappiano rapportarsi con il denaro senza diventarne succubi, non renderlo feticcio del proprio destino bensì strumento di scambio per valori che non siano solo il pane, ma anche le rose.”
 
PDF: La Relazione del Congresso Assoutenti


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