La crisi finanziaria ed economica ha evidenziato che i consumatori necessitano di più adeguate conoscenze in materia di prodotti bancari, finanziari, assicurativi, previdenziali. Una recente indagine sulla alfabetizzazione finanziaria in Italia ha dato risposte sconfortanti: il 41,2% dei cittadini-consumatori non sa leggere un estratto conto , il 34,4% non sa cos’è un bilancio famigliare mensile, il 40,2% non sa cosa è un interesse, il 30,8% cos’è una carta-bancomat. Ma il punto è: l’educazione finanziaria è sufficiente a garantire la tutela del risparmiatore?
A questa domanda si è cercato di dare una risposta durante il workshop che si è svolto oggi nell’ambito della seconda giornata di Consumeeting,organizzato da Consumers’ Forum. “L’educazione finanziaria non basta –ha detto Paolo Fiorio, segretario nazionale del Movimento Consumatori – da sola non può certo far fronte alla complessità di un mercato che se non viene regolato va verso un liberismo totale. L’educazione finanziaria è necessaria quando c’è un problema di sovrindebitamento o quando si deve scegliere a quale prodotto affidarsi. Ma tutto il resto va in qualche modo regolato“. Qual è quindi l’alternativa all’educazione finanziaria? “Certo non si può prevedere un sistema di divieti che alla fine comprime la libertà di scelta – ha detto Umberto Filotto – alla base di tutto devono esserci delle scelte politiche che implicano una riflessione sul tipo di società che vogliamo. Poi l’informazione va data al consumatore quando si accinge a fare delle scelte concrete perché deve conoscere i prodotti. Sul sovraindebitamento abbiamo una legge che è recente, di gennaio 2012. Diamole il tempo di funzionare”.
In ambito europeo, Commissione e altre istituzioni hanno posto l’accento sulla necessità di programmi di educazione finanziaria. La best practice a livello europeo è senza dubbio l’esperienza britannica dove le funzioni di indirizzo e coordinamento delle iniziative di educazione finanziaria sono state delegate ad un unico ente: l’FSA (Financial Services Authority), l’autorità indipendente di vigilanza sui mercati finanziari. Le principali aree di intervento riguardano i curricula scolastici, la formazione dei giovani e dei lavoratori dipendenti,  l’informazione dei consumatori e la predisposizione di strumenti on-line in grado di assicurare la diffusione di informazioni di base per la gestione del proprio bilancio personale e familiare.
Nel nostro Paese occorre ricordare che nella 16^ legislatura la 10^ Commissione permanente del Senato propose un progetto di legge sull’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale che nel nuovo testo unificato del 27/10/2010 prevedeva  la creazione di un Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale promosso dal Ministero dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministero dello sviluppo economico. Il Comitato ha  il compito di programmare iniziative, promuovere l’attivazione di programmi di educazione finanziaria, stabilire criteri oggettivi di accreditamento dei soggetti realizzatori dei progetti di formazione, valutare la congruità dei progetti con riferimento alle migliori  pratiche nazionali e internazionali, verificare l’efficacia dei progetti realizzati presentando annualmente una relazione alle Camere.
Tale proposta di legge è decaduta con la fine della legislatura e si pone la necessità di riproporla e di aggiornarla anche in relazione al perdurare della crisi economica. 


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