Nei primi otto mesi dell’anno le entrate tributarie sono sostanzialmente stabili ma crolla il gettito Iva, che segnala una flessione di oltre il 5%. “Il gettito dei primi otto mesi del 2013, pur in presenza di una congiuntura economica negativa, risulta sostanzialmente invariato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel complesso, le entrate tributarie erariali registrate nel periodo gennaio-agosto 2013, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 267.964 milioni di euro (-722 milioni di euro, pari a -0,3% rispetto allo stesso periodo del 2012)”. E’ quanto informa oggi il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Le imposte dirette registrano un aumento complessivo del 2,4% (+3.467 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le imposte indirette segnalano invece una diminuzione del 3,4% (-4.189 milioni di euro). In particolare, nei primi otto mesi del 2013 il gettito Iva risulta in flessione del 5,2% (-3.724 milioni di euro), andamento che riflette la riduzione del gettito derivante dalla componente relativa agli scambi interni (-2,0%) e del prelievo sulle importazioni (-22,1%) che risentono fortemente dell’andamento del ciclo economico sfavorevole.
Per il Codacons “questi dati dimostrano una volta per tutte che la stima di gettito fatta dal Governo, secondo il quale grazie all’aliquota Iva al 22% si incasserà 1 miliardo in più nel 2013 e  4 nel 2014, è una favoletta raccontata agli italiani e, soprattutto, all’Europa. La verità è che quei soldi non arriveranno mai per la semplice ragione che aumentare le tasse sui consumi mentre questi stanno già precipitando non può che determinare una contrazione del gettito”.
“Ecco perché – prosegue il Codacons – il presidente del Consiglio Enrico Letta, se davvero vuole risanare il bilancio dello Stato, raggiungere il deficit del 3% per fine anno e mantenere gli impegni con l’Europa, farebbe bene a fare un’operazione verità sui conti e prendere atto dei numeri di oggi, sostituendo l’aumento dell’Iva con altre tasse realmente esigibili. Altrimenti si va avanti con un bluff, con bilanci fasulli, che prima o poi richiederanno una manovra correttiva”.


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