La polemica sul gioco d’azzardo è stata rilanciata dalla vicenda politica di ieri: il Governo è stato battuto in aula al Senato su una mozione della Lega Nord che vieta per un anno l’apertura di nuovi centri per i giochi d’azzardo elettronico online e nei luoghi aperti al pubblico. Successivamente è stato votato un ordine del giorno che impegna l’esecutivo a “prevedere una moratoria per le nuove autorizzazioni in attesa della riorganizzazione e pianificazione dell’intero sistema”.
“Lo Stato biscazziere tenta di insabbiare i veri dati sulle dipendenze da gioco in Italia, e si preoccupa esclusivamente delle perdite per 6 miliardi di euro che la mozione della Lega determinerà” denuncia il Codacons che diffonde alcuni dati sulla ludopatia in Italia, emersi da una indagine scientifica dell’Associazione. Il 50% dei disoccupati italiani presenta forme più o meno gravi di dipendenza dal gioco, e risultano affetti da ludopatia il 33% dei giocatori di videolottery, il 25% delle casalinghe e il 17% dei pensionati – spiega il Codacons – Allarmante la percentuale di giovani che sviluppa dipendenza da gioco: in Italia il numero di studenti coinvolti nel fenomeno delle ludopatie è salito infatti al 17%. Pesantissimi anche i dati sulle perdite economiche: l’85% dei giocatori subisce una perdita media pari a 40 euro al giorno , mentre il restante 15% che vince guadagna mediamente 120 euro. Complessivamente nel nostro paese i giocatori rappresentano il 54% della popolazione, oltre 32 milioni di persone.
Secondo lo studio promosso dal Codacons, l’identikit del ludopatico medio è il seguente: disoccupato, spesso straniero, con bassa scolarizzazione e affetto da problemi relazionali. “Questi dati dimostrano chiaramente come il gioco d’azzardo sia diventato una vera e propria epidemia nel nostro paese – spiega il Presidente del Codacons Carlo Rienzi – Proprio per questo motivo lo Stato tenta di insabbiare in tutti i modi i veri numeri sul fenomeno, cercando di mettere a tacere chi, come il Codacons, da anni conduce una battaglia contro la ludopatia, che costa al paese 7 miliardi di euro all’anno”.
“A tal proposito – fa sapere l’associazione – il prossimo 18 settembre il Tar del Lazio deciderà in merito all’illegittima esclusione del Codacons dall’Osservatorio sulle ludopatie, e sempre al Tar l’associazione ha citato in giudizio il Ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, il Direttore centrale “Normativa e affari legali” dei Monopoli di Stato, Italo Volpe,  e l’ AAMS affinché sia disposta la chiusura urgente delle sale VLT presenti sul territorio.
Sul gioco d’azzardo si pronunciano anche Movimento Consumatori e Adiconsum. Il Movimento Consumatori si sofferma sul mancato gettito di 6 miliardi di euro. “Invece di disperarsi per non riuscire a mantenere la parola data ai concessionari  – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale di Movimento Consumatori – e per il minor gettito di 6 miliardi, forse sarebbe meglio che il Governo non condoni i concessionari per quanto hanno evaso negli anni passati. Nel decreto sull’Imu, il Governo ha regalato quasi due miliardi alle concessionarie dell’azzardo, riducendo drasticamente le multe che avevano preso per aver truffato il fisco. Questo ci sembra intollerabile, una vera e propria farsa a danno dei cittadini”.
“Non si possono risolvere i debiti dello Stato – dichiara Pietro Giordano, presidente nazionale Adiconsum – puntando sul gioco d’azzardo, sul fumo e sull’alcool. Grave che lo Stato si ponga nei confronti dei cittadini come il maggiore biscazziere presente sul territorio italiano. È indispensabile che almeno il 10% degli incassi attuali delle concessionarie venga destinato a beneficio dei consumatori per la cura delle ludopatie e per l’educazione all’uso responsabile del denaro e del gioco. Il Fondo di prevenzione usura per le famiglie gestito da Adiconsum ha rilevato un incremento delle richieste di intervento da parte di famiglie. Richieste che rappresentano soltanto la punta dell’iceberg, in quanto famiglie e giocatori spesso hanno vergogna di dichiarare che il motivo della loro condizione debitoria è dovuto al gioco d’azzardo”.


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