Inflazione, Istat: ad agosto lieve frenata (1,1%); stabile il carrello della spesa
Lieve frenata dell’inflazione ad agosto: l’indice dei prezzi al consumo segna infatti una crescita dell’1,1%, mentre a luglio era dell’1,2%. Il livello dei prezzi torna quindi ai valori di aprile e maggio, toccando di nuovo il minimo da dicembre 2009. Sono i dati provvisori pubblicati oggi dall’Istat secondo cui la frenata è dovuta al rallentamento tendenziale dei prezzi di beni alimentari ed energetici, in parte controbilanciato dai servizi. Resta stabile all’1,7% il ”carrello della spesa”. Le reazioni dei Consumatori
Su base annua i prezzi aumentano dell’1,7%, in rallentamento di tre decimi rispetto a luglio (2%). Contribuiscono al rialzo congiunturale dell’indice generale gli aumenti dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+4,1%), sui quali incidono fattori stagionali, e dei beni energetici non regolamentati (+1,0%). Questi aumenti sono solo parzialmente compensati dal calo, dovuto anch’esso a cause stagionali, dei prezzi degli alimentari non lavorati (-1,3%), soprattutto dei vegetali freschi (-6,5%) e della frutta fresca (-2,1%).
Critiche Federconsumatori e Adusbef secondo cui il dato di frenata dell’inflazione diramato dall’Istat è paradossale. “Un andamento che non risulta affatto dai dati raccolti dal nostro Osservatorio, né dalle lamentele e segnalazioni che riceviamo continuamente da parte dei cittadini stufi degli aumenti di prezzi e tariffe, arrivati ormai a livelli insostenibili.
“L’aumento complessivo relativo a prezzi e tariffe calcolato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori a fine 2013 raggiungerà, secondo le previsioni, quota +1.492 euro. Secondo quanto rilevato dall’Istat, invece, le ricadute a carico delle famiglie sarebbero di “appena” +603 euro per una famiglia di 3 persone”. Al di là della polemica sui dati, che ci piacerebbe tornassero a livelli più coerenti con la reale situazione delle famiglie, le ricadute a carico di queste ultime si confermano estremamente gravi. Per questo ribadiamo ancora una volta che, in un contesto simile, incrementare ulteriormente l’IVA sarebbe un’operazione demenziale ed irresponsabile: significherebbe trascinare le famiglie e l’intera economia verso condizioni di estremo disagio”.
“Per questo chiediamo al Governo che decida con urgenza l’eliminazione di tale aumento, disponendo contestualmente manovre di rilancio della domanda di mercato, attraverso una detassazione a favore delle famiglie a reddito fisso e controlli stringenti sugli aumenti ingiustificati di prezzi e tariffe.” – dichiarano i presidenti delle due Associazioni Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Per il Codacons la lieve frenata di agosto è legata, purtroppo, ad aspetti congiunturali, come l’ulteriore crollo della domanda dovuto al periodo di ferie o il rallentamento dei prezzi su base annua di alcuni prodotti come i carburanti (benzina -2,1%, gasolio -2,8%). Preoccupa, però, che il carrello della spesa sia aumentato dell’1,7% e sia sempre ad un livello superiore rispetto all’indice generale. Per l’associazione di consumatori significa che l’inflazione è sempre in agguato e, non appena la domanda ricomincerà a risalire anche per i beni a bassa frequenza di acquisto, oggi in caduta libera, ci ritroveremo a dover fronteggiare l’emergenza prezzi.
Tradotto in cifre, l’aumento dell’1,7% del carrello della spesa significa, in termini di aumento del costo della vita, che una famiglia media di 3 persone, per la sola spesa di tutti i giorni, spenderà 237 euro in più rispetto ad un anno fa. Una stangata superiore all’Imu sulla prima casa, pari a 225 euro.
L’inflazione, insomma, colpendo ricchi e poveri, è molto peggio dell’Imu che, nonostante tutto, essendo basata sulle rendite catastali, ha almeno un minimo di progressività. Per questo il Codacons ribadisce il suo no all’aumento dell’Iva che avrebbe effetti nefasti su consumi ed inflazione e farebbe molto più male a quelle famiglie che già non arrivano a fine mese. Se l’Iva aumentasse ci sarebbe, a regime, un aumento dei prezzi dello 0,6% ed una stangata aggiuntiva, per una famiglia di 3 persone, pari a 209 euro, sempre se non vi saranno arrotondamenti e speculazioni.