Nel primo trimestre del 2013 è aumentata la propensione al risparmio delle famiglie (+0,9% rispetto al trimestre precedente e allo stesso periodo del 2012). Allo stesso tempo sono diminuiti i consumi. E’ quanto rileva l’Istat oggi secondo cui, rispetto al trimestre precedente, è aumentato anche il reddito disponibile delle famiglie che, tuttavia, è minore rispetto allo stesso periodo del 2012 (- 1,4). Federconsumatori e Adusbef: “Una situazione rosea che non rispecchia la realtà”.
I timori sul futuro degli italiani sono ben motivati: secondo le stime Confesercenti, nonostante il lieve miglioramento (+0,5%) registrato nel I trimestre 2013 rispetto agli ultimi tre mesi del 2012, il reddito disponibile si contrarrà anche nell’anno in corso, per una cifra complessiva di 8,5 miliardi: 4,5 miliardi per quanto riguarda i lavoratori autonomi e 4 per quelli dipendenti. La diminuzione delle risorse disponibili porterà inevitabilmente a un’ulteriore riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, che scenderà nel 2013 di altri 692 euro per ogni nucleo familiare, per un totale di 16,9 miliardi.
Dobbiamo assolutamente invertire il trend: non possiamo permetterci un altro anno di recessione dopo un 2012 già disastroso. Per questo Confesercenti chiede al Governo di intervenire urgentemente, senza aspettare ancora, sul taglio della spesa pubblica improduttiva. Dobbiamo muoverci subito, in modo da recuperare – nel giro di qualche anno – le risorse necessarie per ridurre stabilmente la pressione fiscale e permettere alle famiglie di ritrovare la fiducia.
“Una situazione rosea che non rispecchia la realtà” hanno commentato Federconsumatori e Adusbef: “La situazione che le famiglie si trovano ad affrontare è il completo opposto, a dimostrarlo sono tutti i principali indicatori economici che illustri centri studi (e la stessa Istat) diffondono periodicamente. Crollo dei consumi (-7,3% nel biennio 2012-2013), contrazione persino dei consumi alimentari (solo quest’anno -4,5%), aumento delle sofferenze bancarie e dei pignoramenti, produzione industriale ed occupazione in caduta libera. Persino le vendite a saldo, per l’ennesimo anno consecutivo, segnano una forte tendenza al ribasso (-8 -9% secondo le prime stime O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori)” commentano le Associazioni che aggiungono “l’unica operazione in grado di restituire realmente speranza e fiducia ai cittadini è il superamento dell’insostenibile clima di incertezza nel quale vivono. Incertezza che investe specialmente i disegni del Governo relativi a IMU, IVA e Tares”.
Riflessioni negative anche da parte del Codacons secondo cui “il presunto dato positivo dell’aumento della propensione al risparmio delle famiglie non fa altro che attestare la paura degli italiani a consumare e spendere ed il timore, anche del ceto medio, di non farcela più ad arrivare a fine mese, sia per il rischio di future ulteriori riduzioni di reddito sia per il timore di aumenti di tasse e manovre correttive”.
“Ecco perché il Governo dovrebbe il più rapidamente possibile spiegare dove andrà a recuperare i soldi necessari per scongiurare l’aumento dell’Iva ed eliminare l’Imu sulla prima casa. Altrimenti contribuirà al clima di incertezza che certo non facilita investimenti e consumi” conclude l’Associazione.
 


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