Nel decreto sblocca debito è stata votata ieri in Senato la proroga di due anni per l’uso, da parte dei Comuni, degli oneri derivanti dalle trasformazioni urbanistiche per la spesa corrente invece che per strade, fogne e servizi pubblici, secondo quanto prevede la legge del 1977 poi modificata. All’origine, nella legge che ha istituito gli oneri di urbanizzazione, questi dovevano essere destinati esclusivamente per la realizzazione di strade, fogne, scuole, servizi pubblici o al risanamento dei complessi edilizi. Invece, a partire dal 2001, Governi sia di centrodestra che di centrosinistra hanno introdotto e poi confermato una modifica che è stata alla base del devastante consumo di suolo realizzato in questi anni, denuncia Legambiente.
Una pessima decisione da parte del nuovo Parlamento  – ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente -. Si continuerà così ad assistere a trattative e scambi tra sindaci e costruttori, e a realizzare nuove costruzioni in cambio di risorse utilizzate per pagare gli stipendi e tenere aperti i servizi comunali.  Ma è folle continuare a ragionare in questo modo, incentivando il consumo di nuovo suolo  senza garantire i servizi essenziali alle periferie”. Dati ricordati dall’associazione stimano che il suolo trasformato in Italia da asfalto e cemento ha superato i 22 mila chilometri quadrati. “Chiediamo – ha continuato Cogliati Dezza –  che nel passaggio alla Camera  si fermi questa  decisione sbagliata e oltretutto incomprensibile alla luce degli annunci fatti dal Ministro Orlando sul suo impegno a far ripartire il percorso della Legge Catania e la grande attenzione da parte dei cittadini nei confronti dei danni provocati dal consumo di suolo”.


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