Concorso Agenzia delle Entrate, Tar Lazio: nessuna irregolarità
E’ stato regolare il concorso per l’assunzione di 855 funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Lo ha deciso la seconda sezione del Tar del Lazio, respingendo – con le sentenze n. 4547/13 e n. 4548/13 – i due ricorsi con i quali il Codacons e un centinaio di concorrenti contestavano una prova svolta l’8 giugno 2011. In alcuni esposti furono segnalate dall’associazione anomalie e irregolarità: dall’orario di inizio delle prove diversificato a seconda della città,alle fughe di notizie su internet,fino alla possibilità, per moltissimi candidati, di collegarsi al web o utilizzare il telefono cellulare per conoscere in anticipo le domande dei quiz.
Secondo i giudici del Tar non vi sarebbe alcuna prova “circa le interferenze che si sarebbero verificate fra le sedi, o, comunque circa possibili illeciti consistenti in comunicazioni dei candidati con l’esterno, volte a conoscere anticipatamente il contenuto delle prove” e che “neppure risulta verosimile che siffatti illeciti siano stati commessi considerando la cadenza temporale degli eventi.”
Tuttavia, anche il Tar Lazio ammette che ci sono stati ritardi tra le diverse prove ma li giustifica affermando che“il ritardo con cui sono iniziate le prove, nelle varie sedi, non era né previsto né prevedibile, di talché non è neanche possibile ipotizzare l’esistenza di accordi fraudolenti o piani concordati per conseguire notizie da altre sedi circa il contenuto delle prove.”
Infine, secondo Tar sarebbe stato impossibile per i concorrenti memorizzare tutte le domande e trasmetterle da una sede all’altra, atteso che molti di loro erano ormai isolati dall’esterno.
“Il Tar non ha tenuto minimamente conto degli illeciti commessi durante le prove, dell’uso del cellulare da parte dei concorrenti, della possibilità di comunicare verso l’esterno, del continuo via vai verso i bagni e soprattutto dell’inizio sfalsato delle prove tra le diverse sedi d’Italia, circostanze che determinano una violazione delle norme e dei principi generali inerenti lo svolgimento delle prove selettive in materia di pubblici concorsi – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Per tale motivo sarà inevitabile per il Codacons e per i candidati ricorrere in appello al Consiglio di Stato”.