Siamo nel mezzo di una profonda crisi economica e non sappiamo ancora come uscirne. Come abbiamo fatto a ridurci così? Attendiamo una risposta dall’Europa, ma non possiamo solo aspettare. Dobbiamo cercare altre risposte. Alcune sono arrivate dal 1° Forum Consumer Responsability, organizzato oggi in occasione della Giornata del Consumatore, dalla Fondazione Consumo Sostenibile.  Una risposta potrebbe essere questa: se ci fosse stata una maggiore responsabilità sociale nel mondo dell’economia e della finanza non saremmo arrivati a questo punto.
Il nodo centrale è: come si fa a rendere più efficace il tema della responsabilità sociale affinché rientri in ogni nostro atto di consumo? Oggi possiamo dire che questa sia la vera sfida, visto che siamo ancora impantanati nella crisi e, in particolare noi italiani, rischiamo si vanificare tutti i sacrifici fatti rimandando la crescita di un altro anno (o forse anche di più). Questo è il momento giusto per mettere in discussione quello che è stato il nostro modo di consumare fino ad oggi. Tutti sapevamo che non potevamo continuare così, che la finanza non poteva riempirsi di titoli tossici e che gli Stati non potevano continuare ad indebitarsi all’infinito. Eppure non c’è stata la forza di cambiare.
Quali sono stati i limiti? Ovviamente tanti e non riusciremmo ad elencarli tutti, ma in molti pensano che un modo per uscire dalla crisi sia quello di partire dai limiti della responsabilità sociale. Oggi sono tante le imprese impegnate nella responsabilità sociale (CSR), ma nell’attuale modello c’è troppa autoreferenzialità. Ad esempio: un’impresa, quando fa il suo bilancio sociale, sceglie da sola gli indicatori da valorizzare ed incarica qualcuno di realizzarlo e monitorarlo. Ma il confronto con soggetti terzi non c’è e le informazioni che si presentano sono, appunto, quelle scelte accuratamente dall’azienda. Le criticità riferite ai beni o ai servizi, che interessano direttamente i consumatori e i lavoratori, rischiano di restare fuori da questi indicatori e non vengono comunicate.
“Bisogna andare oltre l’acqua risparmiata e la carta utilizzata – ha detto Paolo Landi Presidente della Fondazione Consumo Sostenibile – Dobbiamo guardare di più al servizio e al prodotto e individuare un numero di indicatori che mettano al centro il consumatore, che deve sentirsi coinvolto nella realizzazione degli stessi poiché è lui che vive e percepisce le criticità”.

Si pensa quindi a tariffe trasparenti e comparabili tra loro in tutti i settori, a cominciare da quello dell’energia dove la liberalizzazione non ha ancora prodotto un vero mercato libero. Ad un’informazione davvero chiara ed efficace, soprattutto nel settore bancario dove ancora oggi, dopo tutti gli scandali che ci sono stati, al cliente viene presentato un prospetto complesso e oscuro del prodotto su cui investire. Ad una maggiore tracciabilità nel settore dell’alimentazione e ad un reale meccanismo di rimborso per i consumatori non soddisfatti.
Il tema della CSR è fortemente sostenuto dalla Commissione europea, il Parlamento europeo sta elaborando una specifica direttiva e il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico hanno elaborato un action plan per il 2014.
Un’altra importante iniziativa, organizzata in occasione della Giornata del Consumatore dal CTCU, è stata la consegna del premio del consumatore “Ok d’Oro”. La vincitrice, scelta da una lista di 104 candidat, è Sonja Gehri che grazie al suo senso di responsabilità, ha allontanato autonomamente le “macchinette” per il gioco d’azzardo dal suo locale a Bolzano. In tempi in cui molte famiglie incontrano notevoli problemi finanziari a causa del gioco d’azzardo, quando non vi erano ancora divieti per il posizionamento delle “macchinette” nei bar (inizi del 2012), Sonja Gehri non ha atteso, ma si è attivata in piena autonomia. Un esempio da seguire.


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